Cultura e Spettacoli

Il Signor No: «Ora a volte dirò sì»

Il mitico Ludovico Peregrini, già giudice accanto a Mike

Ferruccio Gattuso

Il baffo si è fatto candido, l'aplomb resta lo stesso. Nella tv di oggi si parla e straparla di giudici. Alcuni sono tatuati dalla testa ai piedi, e magari flirtano con le concorrenti. Lui, invece, rimpiange «quando in tv si andava come in un posto magico. Per rispetto mettevi giacca e cravatta. Lo studio televisivo ora è un luogo così famigliare che ci si va in modo scanzonato». Ludovico Peregrini è il mitico «Signor No», il giudice e arbitro inflessibile, il poliziotto cattivo che lasciava a Mike il ruolo del poliziotto buono.

Signor No, lo ammetta: ora qualche sì lo dirà?

«Certo, ma in fondo lo facevo anche allora. Ci tengo a precisare che i miei no a un concorrente hanno sempre protetto gli altri in gara. Tanto più oggi, che i soldi in ballo sono di più. Io non voglio essere severo, voglio essere giusto».

Le è costata la sua fama di antipatico?

«Io e Mike ci spartivamo i ruoli, ma un certo pubblico allora, fortunatamente una minoranza, non lo capiva. A casa ho conservato scatolini pieni di insulti ricevuti da telespettatori un po' influenzabili. Persino mie foto trafitte dagli spilli. É la vecchia storia di un paese ammalato di tifo calcistico: l'arbitro è sempre cornuto.

Cos'ha provato a tornare in questo studio?

«É stato come entrare in una macchina del tempo. Sono stato catapultato in pochi secondi a 45 anni fa. L'atmosfera è la stessa».

Qual è stato il primo pensiero rivolto a Mike quando ha capito che Rischiatutto sarebbe ripartito?

«Ho pensato: se Mike ci vedesse sarebbe contento. E avrebbe nostalgia, come ce l'ho io, per le nostre schermaglie».

Daniela Bongiorno ha rivelato che era gelosissima delle lunghe telefonate serali tra lei e Mike a parlare di concorrenti più o meno validi...

«Vero, non lasciavamo nulla al caso. Cercavamo concorrenti particolari. Per questa nuova edizione abbiamo selezionato 80 persone da più di 500 video. Mike approverebbe».

Mike e Fazio, quali le differenze?

«Due mondi diversi, ma entrambi attentati ai dettagli e molto professionali.

Per Mike, però, ho sempre provato molta soggezione, forse lo ammetto solo oggi».

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