Cultura e Spettacoli

Silenzi, aliene e castrazioni Ecco lo stracult di Venezia 70

In «Stray Dogs» 15 minuti di camera fissa, in «Les terrasses» una panoramica a zig-zag Tra gaffe, nonsense, peni evirati, nudi imbarazzanti, in sala (e fuori) s'è visto di tutto

dal nostro inviato a Venezia

Ha vinto il cinema della crisi o la crisi del cinema? Archiviata la premiazione di Venezia 70, non resta che provare a riderci su, alla faccia delle flagellazioni imperversanti, dentro e fuori il cartellone.

Leone d'oro Stracult Al pisello reciso, il terzo per la precisione, in Moebius di Kim Ki-duk. Dopo l'inseguimento e la colluttazione tra due ragazzi, ovviamente castrati, il salsicciotto cade sul trafficatissimo asfalto. Sfiorato, scartato, spostato. Infine schiacciato dai pneumatici di auto e autobus. Che pene.

Leone d'argento Enigma irrisolto Al vecchio che spunta in quattro degli estenuanti 59 capitoli de La moglie del poliziotto narranti un inferno domestico nella quieta Sassonia. Nemmeno Gröning ha saputo dire chi sia veramente quel tizio, citando la funzione «del coro nelle tragedie greche». All'insaputa del regista.

Gran premio della giuria per l'Autolesionismo Al direttore artistico Alberto Barbera e alla commissione di selezionatori per l'esclusione dal concorso di Locke di Stephen Knight. Erano già stati scelti tre film britannici e il migliore dell'intero cartellone era di troppo. Harakiri.
Leone d'oro Archivio A Venezia Reloaded, le meravigliose pillole tratte dai cinegiornali d'epoca dell'Istituto Luce. Quando le cronache erano ironiche, scanzonate e insolenti come non sappiamo più essere da tempo. Nostalgia.

Premio Finale mozzafiato Ai quindici minuti di camera fissa sui due attori di Stray Dogs del celebrato maestro Tsai Ming-liang. Scrutano immobili un punto lontano, che dopo l'interminabile sequenza si scopre essere il murales di una pietraia. Statuari.

Coppa Volpi Nudo più gelido A Scarlett Johansson, aliena dalle fattezze umane che rimorchia con un furgone uomini che spariscono in un lago di bitume. Erotica come un'incudine.

Premio Colpo di scena Per l'annuncio a sorpresa del grande maestro giapponese dell'animazione Hayao Miyazaki affidato al produttore di Kaze tachinu: «Il signor Miyazaki ha deciso di ritirarsi. La prossima settimana a Tokyo terrà una conferenza stampa e lì saranno forniti tutti i dettagli». Lapidario.

Premio Colpo di genio In Tom à la ferme Xavier Dolan (regista e attore) si reca al funerale del suo ex compagno dove scopre che la madre ignora le tendenze del figlio scomparso. Anche quello superstite, macho e violento, però è attratto dal nuovo arrivato. Il mungitore di vacche che balla il tango e tira di coca nella stalla non s'era ancora visto.

Premio Festa più contemporanea A Cheek to Ciak andata in scena giovedì notte attorno alla piscina dell'Excelsior, madrina Piera Detassis. Geppi Cucciari, Mario Martone con moglie, Valeria Solarino, Ksenia Rappoport, Antonio Albanese e tutti gli altri erano sorvegliati da un drone. «Il futuro ci ha imprigionati», direbbe Gilliam.

Premio Frase cult «Le parole sono sopravvalutate», sentenzia in Tracks di John Curran un mezzo eremita del deserto. Gli attori di Moebius lo prendono alla lettera e non aprono bocca per tutto il film, idem la bravissima Elena Cotta in Via Castellana Bandiera. Molto taciturni anche i protagonisti di Stray Dogs, cinque minuti di dialoghi su due ore e venti di film. Anche il silenzio rischia la sopravvalutazione.

Leone d'oro Rosso sbiadito Dopo l'ottima partenza con la coppia Clooney-Bullock di Gravity, il red carpet del Palazzo del cinema si è un tantino immalinconito per carenza di star. Qualche sussulto con Judi Dench e Scarlett Johansson. Cercasi glamour disperatamente.
Premio Prurigine Al catalogo della Mostra. Forse stampato frettolosamente, nella foto di IsTinto BrAss di Massimiliano Zanin che ritrae sei figliole nude e piegate in avanti, si colgono i dettagli più intimi. Nel pressbook del doc omaggio al maestro dell'erotismo la stessa foto è coperta dalla pecetta della censura. Guardoni.

Premio Autocritica Al dialogo di Les terrasses di Merzak Allouache tra una regista e il suo operatore che deve filmare una panoramica evitando inquadrature inutili. «Questa non è una panoramica ma un zig zag di merda». «Quella che tu chiami merda», replica la cineasta «è estetica, grazie alla quale ho vinto il festival di Orano con super-recensioni». «Festival fasullo, stampa fasulla».

Moriranno tutti e due.

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