Cultura e Spettacoli

Simon Rattle, un fenomeno con pochi rivali

Ha detto il maestro Simon Rattle, che il 19 giugno 2018 ha lasciato la guida dei Berliner Philharmoniker a Kirill Petrenko: «Sono così stufo della mentalità delle orchestre americane e inglesi che pensano che la miglior prova sia la più breve, da essere sempre sorpreso dai Filarmonici che provano a lungo per capire come e cosa stanno facendo». Nei sedici anni della sua direzione musicale, la formazione sinfonica considerata forse la maggiore del mondo, ha acquisito una flessibilità senza precedenti, diffondendo un modo di far musica aperto e coinvolgente, propagato in ogni continente attraverso canali digitali visibili e propri dischi e dvd. Programmatore senza pregiudizi, Rattle ha accoppiato classici e moderni (Schönberg e Brahms, Schumann e Zimmermann), aperto la Philharmonie all'opera e al musical (Wagner, Bizet, Debussy, Puccini, Gershwin, Bernstein), alle Passioni di Bach (col supporto geniale della messa en place di Peter Sellars) e alla musica contemporanea, con risultati non dimenticabili nelle opere di John Adams e Thomas Adès. Addio Berlino vedendo e ascoltando l'enigmatica Sesta sinfonia di Gustav Mahler (cd e dvd Berliner Philharmoniker Recordings). Fu il primo lavoro che Rattle diresse con i Berliner nel 1987. Aveva la zazzera riccioluta e la faccia da eterno Peter Pan. Rischiò di non presentarsi alla prima prova perché il taxista lo aveva scaricato davanti all'ingresso del pubblico.

Quel giorno scoccò la scintilla che convinse l'orchestra a nominare successore di Claudio Abbado «quello strano ragazzo, molto, molto capellone».

Commenti