Cultura e Spettacoli

Simoni inizia le indagini sul secolo del Barocco

Alessandro Gnocchi

S e fosse solo un thriller storico avvincente e documentato sarebbe già abbastanza. Ma Il marchio dell'inquisitore (Einaudi, pagg. 330, euro 16,50) è molto di più. Marcello Simoni si conferma uno dei migliori scrittori italiani senza ulteriori specificazioni di genere. Sintassi semplice ma non banale. Eccezionale proprietà di linguaggio, preciso ma sempre comprensibile. Estrema abilità nel mescolare verità e finzione senza forzature. Bravura consumata nel dosare colpi di scena, digressioni e dialoghi. Oltre a essere scritti in italiano, i romanzi di Simoni sono pure divertenti. Il lettore si appassiona alla trama ma scopre anche una fitta rete di richiami storici sempre calzanti. È uno dei punti di forza dello scrittore di Comacchio (classe 1975). In particolare, questo libro colpirà gli amanti dei... libri. Matrici, marchi, torchi, stampatori. Prime edizioni, filigrane, incisioni. Il filologo non troverà un dettaglio fuori posto e un termine utilizzato a sproposito. Siamo nella Roma del XVII secolo. Un frate viene stritolato da un torchio in una stamperia. In bocca ha un mucchio di carte strappate da opuscoli di magia. È solo il primo di una serie di delitti. L'Inquisizione indaga, la congregazione dell'Indice dei libri proibiti collabora (forse). Il protagonista, il domenicano Girolamo Svampa, è fedele ai precetti di Tommaso d'Aquino, un sospetto non è una prova, ha un carattere spigoloso addolcito dal laudano. Ricorda il Dottor House interpretato da Hugh Laurie nella famosa serie tv. Geniale, scontroso e tossicodipendente (dal Vicodin). Pessima idea, drogarsi. I palazzi del Vaticano sono un tumultuoso impero delle ombre. Meglio distinguere realtà e suggestione. Anche perché presto l'indagine entrerà nella dimensione dell'occulto e dell'esoterismo. L'atmosfera è quella del film Seven di David Fincher e il paragone non sembri esagerato.

Il marchio dell'inquisitore, oltre a tenere inchiodati, offre un ritratto non superficiale del Seicento tra crisi economica e splendore (barocco) nelle arti. La ragione sfida la superstizione, la scienza prende il posto dell'alchimia. La Chiesa post tridentina utilizza la censura ma forse proprio nei conventi si nascondono menti illuminate.

Tocca a Girolamo Svampa distinguere luci e ombre.

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