Cultura e Spettacoli

In spiaggia va molto il giallo: ecco i romanzi prêt-a-porter

Thriller erotici, amanti che si cercano all'infinito, "mattoni" e i soliti commissari. Per fortuna poi l'estate finirà...

In spiaggia va molto il giallo: ecco i romanzi prêt-a-porter

Indovina indovinello, cosa si leggerà quest'anno sotto l'ombrellone? Tanto per cominciare vorrei sfatare il mito che il cosiddetto libro da spiaggia esista per rilassarsi, per svagarsi, per liberare la mente, per non pensare a niente, lasciando intendere che a casa si legga altro, ma quando mai. Se uno è in vacanza perché d'inverno lavora, d'inverno leggerà libri ancora più leggeri, proprio perché lavora, o non leggerà affatto. È scientificamente provato che ogni bestseller vende in parte ai veri affezionati di un genere (i lettori di Wilbur Smith, Follett, Forsyth), ma in parte ancora più grande a non lettori, da cui appunto nascono i casi editoriali dell'anno (si chiamano casi per questo, gli ingredienti sono gli stessi ma vendono sempre per caso).

Comunque, quest'anno le donne leggeranno Maestra di Lisa Hilton (Mondadori), mezzo thriller mezzo commedia porno, lasciando intendere, appunto, che tornate a casa le signore mie di arbasiniana memoria leggeranno Joyce e Proust. Se così fosse Flaubert avrebbe sbagliato tutto a proposito di bovarismo. Piuttosto, nella libreria Ikea del salotto, a parte la Treccani del nonno, ci saranno i bestseller degli scorsi anni, tutte le cinquanta sfumature di grigio, di nero, e di rosso che nella varie edizioni si intonano benissimo a ogni arredamento, come rispondeva Andy Warhol quando gli chiedevano come mai il pubblico amava mettersi in camera da letto le sue sedie elettriche: "Si intonano bene al colore delle tende".

Tra gli altri, si vedrà il feuilleton di Elisa Sabatinelli, a scanso di equivoci l'ha intitolato proprio così, Summer 1 (Rizzoli), cioè estate (ma è in uscita Summer 2, e penso che di summer in summer andremo avanti fino al 2050, perché ogni anno c'è un'estate, e con il global warming sempre più lunga, più redditizia dell'inverno). Dove alla protagonista restano solo tre mesi di vita e vuole goderseli tra un flirt e l'altro, sembra una storia triste invece no, perché "il corpo può guarire l'anima" (prego?), una Liala sostitutiva della chemioterapia, perfetto per spalmarselo addosso dopo la crema solare. Non guarirà l'anima (perché non esiste), ma la mente la uccide di sicuro, tanto il cervello di chi è al mare a sudare per prendere il sole è già evaporato da tempo.

Vanno benissimo, come sempre, gli immortali polizieschi, il commissario Riccardi di Maurizio di Giovanni, il solito Montalbano di Camilleri, l'ispettore Pantaleo di Claudio Calabrese, e chi più ispettori ha più ne metta, tanto sono tutti uguali, cambia giusto l'ambientazione. Però con Netflix tanto varrebbe portarsi una bella serie come Broadchurch sull'Ipad.

Tra l'altro secondo le riviste femminili il giallo è il colore dell'anno, per cui sui lettini si vedranno tanti bikini e parei color limone e abbinati al giallo rilegato giusto (che purtroppo non è più giallo), una bella visione, tanti canarini giganti con la cellulite, lì, spampanati sui lettini con gli occhialetti da presbite (anche loro gialli, mi raccomando).

Per le sognatrici sfacciate che proprio non si vergognano del kitsch, perché non sanno proprio cos'è, c'è la macelleria romantica di Newton Compton, con solo venti euro vi portate a casa la quadrilogia di Emma Chase: uno si intitola Non cercarmi più, un altro Io ti cercherò, un altro Tu mi cercherai, un altro Cercami ancora. Roba da pazzi, però tira. E non crediate sia finita qui, questa Chase avrà tante frecce al suo arco da coprire qualche decennio: Mi cercavi per caso?, Ti ho cercato ma non c'eri, Non mi trovi ancora?, Cucù! Sono qui!, e infine speriamo che ci sia un Non cercarmi le palle amore, me le hai sbriciolate.

Invece i mariti, più virili, si dedicheranno al romanzone storico Rex Iuba (Mondadori), di Stefano Medas, per immedesimarsi nella Roma antica con tanto di dèi, per sentirsi antichi condottieri con la trippa di fuori tra una pedalata in pedalò e l'altra. Mentre i più seri, si fa per dire, sfoggeranno Amore e sesso nell'antica Roma (Mondadori) di Alberto Angela, stessi ingredienti dei romanzi rosa suddetti ma in versione colta: d'altra parte Alberto non è Piero ma è sempre un Angela, un angelino furbissimo e vendutissimo.

In ogni caso non sentitevi in colpa, i sensi di colpa culturali non esistono più da trent'anni, e non solo perché grazie agli e-reader potete leggere quello che vi pare senza essere giudicati da nessuno.

Piuttosto sappiate che i suddetti romanzetti, definiti dal grande critico Dwight Macdonald con il termine di masscult, sono molto meglio della definizione più spregiativa, i midcult: d'altra parte molti grandi scrittori, da Balzac a Dumas, scrivevano romanzi popolari, non c'è niente di male, l'importante è evitare le ciofeche entrate in cinquina dello Strega, che non sono né letteratura alta né popolari, non sono niente, per questo li premiano.

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