Cultura e Spettacoli

Spiderman ritorna per battere il bullismo (ed è ambientalista)

Non è un poliziotto e neanche un pompiere. Allora perché si occupa degli affari altrui? Perché è l'Uomo Ragno, eroe positivo per eccellenza che ora torna, più allegro e spensierato, nel blockbuster The Amazing Spider-Man 2. Il potere di Electro (dal 23, con 800 copie distribuite da Warner), firmato Mark Webb,ancora al timone dopo il precedente capitolo The Amazing Spider Man, forte di un incasso di 751 milioni di dollari nel mondo.
Nel frattempo Andrew Garfield, trentenne attore californiano che nella saga ispirata ai fumetti Marvel finge d'essere il fotografo Peter Parker, ma in realtà è lo straordinario paladino di New York, pronto a saltare da un grattacielo all'altro, s'è identificato completamente col suo personaggio. Così ieri mattina, prima d'incontrare i giornalisti, è andato alla periferia di Roma, al Quadraro, a impastare la pizza con i ragazzi affetti da sindrome di Down, che gestiscono un ristorante a rischio chiusura. Fa del bene, ma non vuole si sappia. Proprio come Spidy. «A parte il fumetto, il mio Spider Man deve dare la sensazione d'essere oltre l'uomo. Così ho pensato a Mohamed Alì, a Ronaldo, a Usain Bolt e a tutti i grandi sportivi della nostra epoca, capaci di avere energia e capacità di ribellione», dice Andrew, che qui indossa una tuta più tradizionale, completa di cinta e fibbia, mentre gli occhi sono più grandi e più bianchi. «Sotto al costume, non si nota il colore della pelle: chiunque ci si può vedere, in questa tuta. Fossi super-eroe? Combatterei contro il riscaldamento globale e contro il bullismo», spiega lui, che imprime un segno scanzonato alle sue azioni eroiche, parlando come un qualsiasi ragazzo della Grande Mela, anche se certe acrobazie lasciano a bocca aperta. Non è facile per il giovane Parker, segnato dalla misteriosa scomparsa dei genitori, dare la caccia ai criminali,mentre la zia (il premio Oscar Sally Field), che l'ha cresciuto, gli prepara un sandwich con lattuga, o la sua ragazza, Gwen (Emma Stone), lo vuole tutto per sé. Però lui ha promesso al padre di non coinvolgere Gwen nella sua vita spericolata e ciò è motivo di frizione tra i due. E qui arriva un altro punto interessante, nella storia basata sui fumetti di Stan Lee e Steve Ditko. Ossia la chimica perfetta tra i tormentati fidanzatini, che tali sono anche nella vita vera.
Basta vedere come Andrew ed Emma si parlano con gli occhi, mentre è chiaro che preferirebbero starsene mano nella mano, anziché rispondere alle domande. Nel film, tutto azione ed effetti speciali, montati da Pietro Scalia (magnifica la pioggia in 3D, o certi scorci newyorchesi, con l'Oceano da bere), il personaggio di Gwen è delineato per far felici le giovani indipendenti: è bella, è la migliore del suo corso e bacia il suo ragazzo sussurrandogli: «Tu sei Spider Man e la cosa mi piace». Per tacere del fatto che di elettricità se ne intende. E siccome il mostruoso Electro (Jamie Foxx) vuol lasciare New York senza luce, visto che alla OsCorp, ditta leader nella ricerca genetica, l'hanno trasformato in un Golem pieno di rabbia, Gwen sarà decisiva nella battaglia finale tra l'Uomo Ragno e quel fascio d'alta tensione. «Del mio personaggio conservo la mentalità di cogliere l'attimo, a prescindere da quanto sia lunga la vita. Bisogna vivere la vita come viene», spiega la Stone, avvolta di pizzo bianco. Anche lei s'è immedesimata in miss Stacey, romantica quando, nel giorno della laurea, esorta: «Combattete per ciò che vi sta a cuore». Anche se Variety ha dichiarato troppo lungo il film (2 ore e 20 minuti), la Bibbia dello showbiz riconosce che la Sony ha imparato la lezione dal successo degli Avengers, inserendo vari personaggi iconici. Come Electro, tragica figura di mostro sbattuto sui maxischermi di Times Square. Col suo impressionante muso da torpedine blu, Jamie Foxx ha entusiasmato pure la figlioletta di cinque anni.
In effetti, Spider Man 2 è adatto ai bambini, con i suoi messaggi anti-bullismo e pro-famiglia: vedere la scena in cui Spidy abbraccia la zia, riconoscendole il merito d'averlo allevato come un figlio.

Intanto, la stanzetta di Peter è già culto: impolverata, caotica, zeppa di Polaroid è vintage e contemporanea quanto basta.

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