Cultura e Spettacoli

A lanciarla furono "Carosello" e gli sceneggiati della Rai

Uno spot tormentone la rese riconoscibile a tutti. Poi arrivarono i ruoli seri come in "Ottocento"

A lanciarla furono "Carosello" e gli sceneggiati della Rai

Virna Lisi è stata un'attrice dal talento poliedrico, oltre che una donna bellissima. E questa sua poliedricità è esplosa, ed era la prima volta in Italia, grazie alla televisione. Nei primi anni Cinquanta aveva già all'attivo un certo numero di interpretazioni in ruoli di rilievo, o da protagonista. Soprattutto in film mielosetti e da guardare con il fazzoletto pronto a tergere la lacrimuccia, a esempio Piccola Santa del 1954. Ma era ancora un'attrice in ascesa, come tante. Però in quegli anni stava decollando la televisione, con il suo Carosello . Virna divenne la protagonista di una delle prime pubblicità, quella del dentifricio Chlorodont.

Elegante e ingenua, interpretava ne «la Bocca della verità», Candida, moglie un po' petulante di Prudenzio Chedenti, ovvero Enzo Garinei, dicendo arguzie cattivelle (per gli standard della tv dell'epoca). Il tutto finiva con un suo gran sorriso (ovviamente beneficiato dal Chlorodont) accompagnato da una frase che divenne uno dei primi tormentoni figli del tubo catodico: «Con quella bocca può dire ciò che vuole» (tormentone tornato di recente a farsi risentire in un litigio tra Renzi e D'Alema). Arrivò la riconoscibilità immediata per Virna che, ironia della sorte, poco prima aveva interpretato un film di Francesco Maselli, La donna del giorno, in cui i tentativi di una indossatrice di ottenere la celebrità finivano malissimo. Ma la televisione con la nascente produzione di sceneggiati si rivelò anche uno spazio perfetto per il suo talento recitativo e per non limitarsi a fare la «ragazza immagine». Nel '57 interpretò Elizabeth Bennet al fianco di Franco Volpi in Orgoglio e pregiudizio , tratto dal romanzo di Jane Austen. Fu un gran successo di pubblico e di critica. Poi arrivarono altri quattro progetti diretti da Anton Giulio Majano: Ottocento (1959), I masnadieri (1959), Il caso Maurizius (1961) e Una tragedia americana (1962). Era nata una grande stella del piccolo schermo. Poi nel corso degli anni Sessanta la Lisi, con sempre più impegni cinematografici, inizierà a disertare la tv con un'eccezione: la miniserie Philo Vance (1974), che vedeva protagonista Giorgio Albertazzi nei panni dell'investigatore creato da S.S.

Van Dine.

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