Cultura e Spettacoli

Steinbeck, tra le perle reportage dall'Urss e lettere sull'amore

Luigi Mascheroni

Ci siamo, manca un mese. Il 20 dicembre saranno cinquant'anni dalla morte di John Steinbeck (1902-68), romanziere e novelliere moderno e, anche, va ricordato, cronista dal fronte nella Seconda guerra mondiale e - all'alba dei 64 anni di età - anche dal Vietnam: i suoi «Dispacci dal fronte» scritti per Newsday dal Sudest asiatico fra il 1966 e il 1967 sono stati pubblicati in Italia solo lo scorso anno (da Leg), e leggendoli si capisce che i suoi eroi sono i giovani americani che erano lì a combattere, i nemici i figli dei fiori restati in America a manifestare.

Comunque, non è questo il punto. Il punto è che l'anniversario, dal punto di vista editoriale, offre un'ottima occasione per tornare a parlare e leggere John Steinbeck. Il prossimo anno, peraltro, saranno gli ottant'anni di Furore, il suo capolavoro, che gli aprì la strada per il Nobel, nel 1962. Nel 1939, quando uscì, Furore divenne il simbolo della grande depressione americana degli anni Trenta. Ed è facile leggere nella trama del romanzo - l'epopea della biblica «emigrazione» della famiglia Joad, costretta a lasciare la fattoria nell'Oklahoma per arrivare in California dove ricostruire un futuro - la situazione di un pezzo d'America di oggi (anche se poi, viste le conclusioni, il tutto resta solo un sogno mal riposto).

Comunque, neppure questo è il punto. Il punto è che Bompiani - che da alcuni anni a cura di Luigi Sampietro sta ripubblicano tutto Steinbeck - esce oggi con ben tre volumi. Il primo raccoglie la breve, bellissima Lettera a Thom sull'amore (si tratta di un'edizione illustrata da Alessandro Gottardo, in arte Shout; pagg. 28, euro 15) che lo scrittore, nel 1958, inviò al figlio, innamoratosi per la prima volta. È quel genere di lettera che ogni padre vorrebbe scrivere ai propri figli, e nella sua asciuttezza dice moltissimo. Non tanto sull'amore ma su Steinbeck. Poi, a proposito di illustrazioni, torna anche il romanzo del 1947 La perla (pagg. 144, euro 15) con i disegni di Alessandro Sanna. Ma soprattutto, riecco il Diario russo con le fotografie di Robert Capa (pagg. 320, euro 20): uscì negli Stati Uniti nel 1948, settant'anni fa (da noi lo pubblicò Mondadori nel 1950 col titolo La mia Russia: ricordi di un mondo nuovo) ed è un grandioso reportage culturale. Steinbeck e Capa, mentre comincia la Guerra fredda, partono insieme per conoscere «da dentro» quel nemico che era stato l'alleato più forte nella Seconda guerra mondiale: l'Unione sovietica. Il primo lo racconterà a parole, il secondo con i suoi scatti. Risultato: un documento storico unico di un'epoca.

Il New York Times lo salutò come «un libro magnifico».

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