Cultura e Spettacoli

A Tallinn musica significa «sacro»

Agli «Estonian days» i più importanti compositori contemporanei

Luca Pavanel

nostro inviato a Tallinn

Nel viaggio verso le terre di «Püha», che significa «sacro», il volo rallenta all'improvviso. È l'ora di atterrare nella capitale estone, Tallinn, affacciata sul Mar Baltico di fronte a Helsinki. La città è l'emblema di una rivoluzione pacifica tra cultura e tecnologie che non ha affatto voglia di frenare. In questo Stato, che continua a contribuire al rinnovamento delle note d'arte punto di riferimento l'Accademia di Musica e Teatro diretta da Ivari Ilja - il festival d'aprile dei compositori è un fiore all'occhiello: gli «Estonian music days» famosi in tutto il mondo.

Anche quest'anno la rassegna è finita sotto le lenti degli osservatori attratti dal titolo: «Püha», «santo» appunto. Come a dire che da quando il compositore-simbolo Arvo Pärt alla fine degli anni '60 ha scritto l'opera «Credo» - dando voce al Paese dominato dall'Urss dal 1944 la sacralità, la fede qui sono rimasti temi su cui ancora creare e ragionare. Spiega Merilin Piipuu, che a 28 anni è direttrice del Museo dell'Occupazione: «L'idea del sacro può essere legata alla condizione della mancanza. Qui la foresta ti dà quello che ti dà, a livello meteorologico c'è buio per parecchio tempo, si ha però un contatto forte con la natura. Tutto ciò genera meraviglia». Un senso di sacralità in un luogo dove l'ateismo non è raro. «Quando leggo gli scritti recuperati, le memorie aggiunge Piipuu vedo persone che tutto a un tratto credono perché non hanno più nulla a cui aggrapparsi». Ma le parole possono avere un altro senso. «Püha» in estone vuol dire pure «celebrazione». E in questo periodo la repubblica sta festeggiando il centenario della prima indipendenza.

Artisticamente gli «Estonian music days» sono una prestigiosa vetrina per la quale i brani vengono commissionari su un tema. In prima fila penne emergenti e nuove generazioni, insieme ai big. Vedi Erkki-Sven Tüür, che per la sinfonia «Magma» si è aggiudicato il primo premio e le ovazioni del pubblico insieme al percussionista Heigo Rosin. Serata di bellezze e calici rinfrescanti di Vana Tallinn alla Concert Hall con l'Estonian National Symphony Orchestra diretta da Risto Joost; nel programma un altro pilastro, Toivo Tulev, che ha presentato le misteriose «Three Symphonies» («tutto è nato anni fa quando ho sognato sfere di melodie e armonie di suoni», racconta il maestro a capo del dipartimento di Composizione dell'Accademia). «Sono state commissionate 36 prime specifica il direttore artistico Parlare oggi di linguaggi è difficile, si registra molta varietà, si può parlare di tratti comuni tra i brani conclude C'è un forte rapporto con la natura. Inoltre qui siamo pochi e gli spazi sono grandi, quindi nei pezzi sebbene non manchino energia e gioia, spesso c'è l'aspetto meditativo». Se si discute di contemplazione la mente corre subito a Pärt, il più eseguito nel mondo. A una trentina di chilometri dalla capitale (che a settembre riceverà la visita di Papa Francesco), è in costruzione un centro a lui dedicato in mezzo alla foresta. Per la gestione dell'archivio c'è uno staff di esperti, tra cui la manager Riin Eensalu, che durante una visita mostra dall'esterno il cantiere tra gli alberi. Si racconta che negli attuali vecchi uffici il maestro passi a lavorare, a volte ritoccare le sue partiture. L'archivio, insomma, non è (non sarà) un semplice museo ma «un luogo sempre più vivo».

Color clorofilla.

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