Cultura e Spettacoli

Teledico

Anche l'Auditel si è inchinato a Fabrizio Frizzi. L'altro ieri mattina a seguire i funerali del presentatore in diretta su Raiuno c'erano ben 5 milioni 200mila persone con il 43 per cento di share. Che, scusate, per uno che di mestiere faceva il presentatore, è il riconoscimento più bello. Senza essere offensivi, risultati che mai lo showman aveva ottenuto nei suoi programmi, e che avrebbe potuto raggiungere solo se gli avessero affidato prima o poi il Festival di Sanremo. Numeri che si aggiungono al tributo di affetto dimostrato dal pubblico con le lunghe code per salutare la salma e partecipare alle esequie. E «Mamma Rai», come se non riuscisse a lasciar andare via il suo «figliolo», ha continuato per tutto il giorno a trasmettere all'infinito, forse esagerando, le stesse immagini dei funerali, della lettura dei brani in Chiesa da parte di Conti, Carlucci, Clerici e Insinna, in una lunga, lunghissima cerimonia funeraria durata tre giorni. C'è chi si è molto stupito del dolore incontenibile e dell'omaggio infinito tributato a Frizzi. Soprattutto si è stupito chi non è abituato ad avere a che fare con la genuinità e la semplicità della gente. E, per darsi una ragione di tutto ciò, ha concluso che nell'era di Internet la televisione è rimasta così potente da riuscire ancora a commutare un semplice presentatore in una icona nazionale. Che la televisione sia ancora potente è scontato. Non è scontato, invece, che pochi personaggi televisivi abbiano conquistato il cuore degli spettatori come Fabrizio. In questo caso la differenza non la fa la magia della tv, ma l'uomo.

Da lunedì al suo posto prende le redini dell'Eredità il suo caro amico Carlo Conti.

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