Cultura e Spettacoli

Tornatore l'artigiano celebra le fobie dell'amore d'altri tempi

Tornatore l'artigiano celebra le fobie dell'amore d'altri tempi

Ogni film di Giuseppe Tornatore pare uno sfincione, quella ghiottoneria sicula piena di tutto. E La migliore offerta, thriller teso e ben recitato dal premio Oscar Geoffrey Rush, dal veterano Donald Sutherland e dall'olandese Sylvia Hoeks, con Jim Sturgess in un ruolo non secondario, è farcito degli ingredienti basilari nella cucina artigianale e di lusso di Peppuccio. Dal primo gennaio nelle sale, con 350 copie distribuite da Warner Bros, arriva un film di genere e d'autore, con una storia conseguente dal principio alla fine. Dove, lungo le scale che portano all'arte, al mondo magico e asfittico delle aste e delle fissazioni estetiche le più brucianti, si rincorrono gli affanni senili di Mister Oldman, battitore d'aste non privo di fisime. Elegante, scostante e implacabile nel riconoscere il vero dal falso, Virgil indossa sempre i guanti per evitare ogni contatto e, al suo compleanno, un dolce rinascimentale a base di crema bisbetica e mandorle acide, lo rispecchia. In cima lo aspetta una femmina folle, Claire (Sylvia Hoeks), ventisettenne apparentemente tarata: come il protagonista, detesta il prossimo e vive reclusa nella fatiscente villa di famiglia, a Vienna. Tra tarli, muffe e ragnatele lui si muove benissimo, mentre la giovane ereditiera finge di voler mettere all'incanto i beni di casa. La ragazza, però, si appalesa a Mister Oldman solamente al telefono. Ovvio che nel maturo Virgil si scateni un interesse per il suo velato alter ego femminile, spiato in segreto tra statue e quadri. Sudando come i vecchioni di Italo Svevo che corrono dietro alle gonne, Mister Oldman farà guarire la malatina d'agorafobia: per lei piovono rose, abiti, gioielli. Per lui, via i guanti e avanti con i consigli erotici, richiesti al ragazzo Robert (Jim Sturgess), un mago nel ricostruire antichi meccanismi. Come l'automa parlante (citazione da Martin Scorsese) che il giovane assembla con i ferrivecchi reperiti nel castello di Claire. E che gli farà trovare nel suo caveau, prima zeppo di tele pregiate e poi desolatamente vuoto: chi ha trafugato i ritratti di Mister Oldman è l'amico più intimo (Donald Sutherland), complice della ragazza e del restauratore. Né manca una nana esperta di numeri, la vera proprietaria del castello. Omnia vincit amor, nonostante la tremenda delusione? Ebbene sì: in un ristorante di Budapest, arredato con vecchi meccanismi a orologeria, Virgil aspetta Claire. Perché l'amore è finzione, come l'arte e tutto il resto. «La bellezza è frutto dell'impostura dell'arte e il finale non è tragico: il protagonista si trasforma, diventando più umano. È un finale positivo, perché nell'ostinazione dell'attesa c'è una forza incredibile», spiega Tornatore, testimonial di tale forza. Dopo l'insuccesso di Baarìa, infatti, il cineasta premio Oscar con Nuovo Cinema Paradiso ha molto atteso una nuova occasione di rilancio. «Fare un film con l'assicurazione di “buon fine”, come in questo caso, non è stato uno scherzo: monitorato passo passo dalla produzione, ho girato sovrapponendo due film, come si fa in musica. Poi,ho lavorato sulle voci: ogni voce è come un madrigale», dice lui, supportato dall'allarmante musica di Ennio Morricone. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha riconosciuto La migliore offerta d'interesse culturale: la Regione Lazio, la Film Commission del Friuli Venezia Giulia e la provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige, in associazione con Unicredit, hanno fornito il supporto economico al prodotto (budget: 14 milioni di euro), venduto in tutto il mondo e tutto italiano, nonostante il cast di livello internazionale. «È un film complesso, ma dalla storia lineare, che però non respinge l'attenzione d'un pubblico semplice», spiega Tornatore, mentre su di lui giganteggia l'«oscarizzato» Rush, in teleconferenza da Melbourne.

«Il crollo degli incassi a Natale? È un problema antico, che sfata la bugia per cui il cinema si avvantaggia dei tempi di crisi», commenta Peppuccio.

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