Cultura e Spettacoli

Triste e sexy Che romanzo «Il laureato»

Gian Paolo Serino

Ha fatto sognare molte generazioni non solo di adolescenti Mrs Robinson, la ricca moglie annoiata e sensuale che seduce un giovanissimo Dustin Hoffman nel film del 1967 Il Laureato, diventato di culto anche grazie all'immortale colonna sonora di Simon&Garfunkel. Non tutti forse sanno che è stato tratto da un romanzo del 1963 firmato da Charles Webb, scrittore americano oggi riscoperto grazie alla casa editrice Mattioli1885 (pagg. 212, euro 15, traduzione e curatela di Paolo Cioni) che finalmente viene ripubblicato dopo quarant'anni dalla prima edizione italiana Mondadori. Rileggendo il romanzo e riguardando il film la prima cosa che appare evidente è la sconcertante modernità del libro: quasi interamente costituito da dialoghi, che gli sceneggiatori del film sembrano non aver cambiato di una virgola. Dialoghi incalzanti, che non annoiano, quasi cinematografici ma senza quella noia che spesso li imprigiona nei romanzi. Charles Webb, di cui Mattioli1885 ha già pubblicato l'ottimo Il Grande Slam, riesce a trasmettere tutta la tensione anche erotica (ma mai volgare) tra la signora Robinson, molto più grande di lui, e il ventenne Benjamin, fresco di laurea ma già disgustato dal mondo dell'upper class. Trascorre quasi tutte le sue giornate nella piscina nella villa dei genitori ed è lì che instaura il rapporto, all'inizio timido, con la signora Robinson.

In realtà quella di Webb, dietro la descrizione dell'apparente felicità dei ricchi tutti impegnati in cocktail e cene, è una pesante accusa contro quel «falò delle vanità» che presto ridurrà in cenere il sogno americano. I due protagonisti, Bob con la perdita dell'innocenza e la Signora Robinson con l'amarezza che nasconde nell'alcool. Bob non è un eroe, come può sembrare il «Giovane Holden», ma è soltanto un giovane che attraverso la noia cerca la purezza che il mondo sembra aver perduto per poi ritrovarsi tra le braccia di un'amante disillusa da tutto. Ed è la disillusione a unire veramente, più che i segreti del letto, i due personaggi che Charles Webb riesce a rendere sicuramente meglio di quanto sia riuscito nel film il regista Mike Nichols. Si sa il libro è sempre un'altra cosa, ormai un modo di dire ad appannaggio non solo dei radical chic, ma questo è uno dei rari casi in cui tutta la potenza eversiva del romanzo si scopre leggendolo. Forse perché, per paradosso, il film è più romanzato del romanzo.

@GianPaoloSerino

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