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Diamanti, Vasco truffato: "Mi dicevano: sui gioielli non rischierai mai nulla"

Ci sono ancora molti punti da chiarire sulla vicenda degli investimenti di diamanti che non coinvolge solo le banche, ma anche altri istituti. Alcuni Vip ad esempio...

Diamanti, Vasco truffato: "Mi dicevano: sui gioielli  non rischierai mai nulla"

Potrebbe sembrare incredibile, ma è successo davvero. Vasco Rossi e Federica Panicucci, tra gli altri, sono stati ingannati. Il cantante ha perso due milioni e mezzo di euro, la Panicucci, ben 55 mila euro: sono solo alcuni dei volti noti vittime della "truffa dei diamanti".

Nel caso di Vasco Rossi, vista l’importanza del cliente, non è certo andato lui a concludere l’affare, ma il Direttore di Banca che si era recato nel luglio del 2009 negli uffici della Giamaica, la società di “Edizione di registrazioni sonore” di proprietà del cantante. Vasco non c’era, ma aveva delegato la sua assistente ad investire il primo milione in questo affare.

Daniela Fregni racconta oggi al Corriere come sono andati i fatti: “L’investimento mi è stato proposto per diversificare il portafoglio titoli di Vasco, con l’acquisto di beni di rifugio. Il direttore del Banco popolare diventato poi Banco Bpm, mi presentò l’affare come un investimento sicuro in grado di garantire un ottimo rendimento nel tempo. L’importo richiesto, mi fece capire -continua la segretaria - era l’esatto valore del bene acquistato”.

La transazione non è mai avvenuta attraverso le società diamantifere che fornivano le pietre coinvolte in questa vicenda, ma tramite il direttore della banca, l’unico che ha avuto contatti con Vasco Rossi e con la segretaria per questo affare. Secondo i pm Grazia Colacicco e Riccardo Targetti gli istituti di credito invogliavano i clienti ad acquistare un bene rifugio come i diamanti al doppio del valore di mercato secondo la stima della International Diamond Business e della Diamond Private Investment, per poi incassare commissioni che arrivavano fino al 18%. L’ex direttore della filiare, Guido Traldi, che propose l’affare, è stato quindi indagato insieme ai vertici della banca e a quelli di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e Banca Aletti.

Traldi ha confermato che l’Istituto spingeva affinché venisse proposto quel tipo di affari ai clienti, a cui veniva promesso un rendimento annuo del 5%, anche se nella realtà dei fatti oltre la metà se ne andava in commissioni e oneri vari.

Le banche stanno in qualche modo correndo ai ripari. Unicredit ha deciso di risarcire i propri clienti riacquistando le pietre al prezzo venduto, così come anche Monte Paschi e Intesa San Paolo che stanno rimborsando e operando con la magistratura per chiarire le posizioni del loro operato.

Per fortuna, quindi, già il 60% dei clienti ha potuto rivedere indietro il loro investimento, senza per una volta aver perso neanche un centesimo.

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