Cultura e Spettacoli

Tutti in fila da Ariana Grande fra divieti e borse trasparenti

La paura non ferma i giovani fan: al concerto di Roma biglietti esauriti per ballare con la reginetta del pop

Tutti in fila da Ariana Grande fra divieti e borse trasparenti

Da Roma

Neppure un brividino, un po' di nervosismo, niente. Sotto il palco tutti (o meglio tutte) sono rilassati e consapevoli che Ariana Grande sarà pure un teen idol planetario ma in questo momento, dopo la strage alla Manchester Arena e il concertone per ricordarne le vittime, è soprattutto il simbolo di chi continua a stare insieme alla faccia della follia integralista. Roma, Palattomatica. Tutto esaurito per un concerto con tanti genitori o fratelli maggiori o comunque accompagnatori degli scalmanati fan minorenni. Non è un caso che, dopo i 23 morti di Manchester, quasi nessuno qui abbia chiesto di restituire il biglietto, a dimostrazione che la preoccupazione c'è, e ci mancherebbe. Ma non siamo ancora al punto di non uscire di casa per non incappare in qualche pazzo imbottito di esplosivo. Oltretutto, come spiegano a Live Nation che organizza l'evento, nei giorni scorsi sono stati venduti anche gli ultimi tagliandi a disposizione, quelli riservati per contratto all'artista ma non utilizzati per inviti personali. Insomma, una festa come se niente fosse. E dire che le misure di sicurezza qui al Palalottomatica sono state inedite e lo saranno anche per il suo concerto di Torino domani sabato 17. Per capirci, oltre ai controlli all'ingresso con i metal detector dei carabinieri, il pubblico ha dovuto rispettare un manuale di istruzioni come nessuno fino a pochi mesi fa si sarebbe sognato per un evento dal vivo. Oltre ai divieti comprensibili (portereste "droni" oppure "aeroplani telecomandati", "veleni" e "oggetti da punta e taglio"?) in lista spuntano anche quelli meno intuitivi ma forse più fastidiosi. Giusto per citarne qualcuno a caso: niente spray antizanzare, niente videocamere (anche se se ne sono viste), niente bastoni per selfie, niente borse o zaini. Alle donne sono consentite "piccole borse purché trasparenti". Fuori dalla palasport, le forze dell'ordine sono arrivate molto più numerose che mai: lo show è il quinto di Ariana Grande dopo Manchester e quindi cicatrici e tensione sono ancora vive in chi gestisce l'evento. In sostanza, la dotazione di ciascuno spettatore è stata drasticamente ridotta, e fin qui non si discute. Ma soprattutto, qui come in tutti gli altri eventi organizzati da grandi agenzie, i controlli sono più capillari, implacabili e lenti. Ossia: più coda all'ingresso e più tempo da dedicare all'attesa. In ogni caso, quando Ariana Grande, così minuta e così potente, è arrivata in scena, il rituale non è cambiato di una virgola. Grandissimo entusiasmo, isterismi vari e allegri, smarrimento di genitori alle prese con figli mai visti così scatenati. Sono i cosiddetti "arianators", lo squadrone dei supporter più affezionati, bambini anche di 8 anni, ma implacabili sui social, che ricamano di urla ogni canzone, ogni balletto e ogni intervento, anche i più volatili, della loro musa che si tiene ben lontana da qualsiasi accenno politico. E' il bello del pop, in fondo, e che male c'è a conservarlo. Il concerto, diciamocela tutta, è un rituale (al massimo) per adolescenti però diverso dai soliti luoghi comuni. La band (nascosta dietro le quinte per metà concerto) suona bene un repertorio di brani dance e R&b come 'One last time'. La scenografia è essenziale con un fondale gigantesco sul quale passano le immagini e una passerella a T davanti al palco. E lei, scatenata a bordo di tacchi o zeppe chilometriche, ha una voce da quattro ottave che è inversamente proporzionale all'altezza, molto versatile e ambrata negli acuti e mai a disagio sui bassi. Tra 10 giorni compie 24 anni ma esibisce un carisma come poche altre, a conferma che oggi il mercato under 18 è una vera miniera d'oro. Ma soprattutto, a fare la differenza, è la sua attitudine impertinente però mai provocante o volgare . Ed è per questo che alla fine ballano, o per lo meno si annoiano meno, anche i genitori che hanno conosciuto l'idolo dei figli solo dopo il sangue di Manchester.

E scoprono che, dopotutto, la genuina esuberanza del Palalottomatica è un toccasana nel buio smarrito di una generazione.

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