Cultura e Spettacoli

Un'indagine sulle tracce del violino di Mussolini

Luca Crovi

Il Pio Convento è «un'accolita di sapientoni dediti soprattutto al barolo chinato ma in genere anche a una vasta gamma di vini prelibati, e a grandi dispute bibliofile oltre che a varie e assortite audaci imprese». A dare loro vita è stato Mario Baudino nel 2016 fra le pagine de Lo sguardo della farfalla (Bompiani). Questo gruppo variopinto di detectives comprende Duccio Tancredi, il fido Demi K., lo studioso Ruggero Calafava, il generale Salviotti, l'insopportabile Gegia, la giornalista Giuditta ma anche il gatto Monsignore e ritorna in azione ne Il violino di Mussolini Una storia grossomodo d'amore (Bompiani). Un divertissement a tinte gialle che affronta il tema del rapporto fra libri e fantasmi ed evidenzia come la paura della scoperta di un passato scomodo possa sconvolgere la società del presente. Sono una donna e un uomo ossessionati dalla ricerca di un tomo intitolato La Catastrofe del Duce, ovvero una musica d'addio a scatenare le nuove indagini degli eroi di Baudino, abituati a incontrarsi nel retrobottega della cartolibreria Coraggi, nel piccolo borgo di Cluza, disperso fra le montagne. Per loro stessa ammissione: «discutere è la nostra droga. E siamo un bel gruppo di persone in cerca di avventure».

I membri del Pio Convento amano attivare le cellule grigie sorseggiando robuste dosi di vino e discutendo. Il loro rapporto morboso con la curiosità li spinge a indagare. E così diventa oggetto delle loro attenzioni un introvabile cimelio della Seconda Guerra Mondiale che potrebbe svelare al mondo che forse Mussolini non è morto né come né dove si racconta. Un oggetto sfuggito all'attenzione dei collezionisti e degli studiosi. Un'opera che conterrebbe una foto che ritrae il Duce mentre suona un violino. Uno scatto che conferma la sua passione per la musica ma che identifica anche il luogo della sua morte. Una foto del genere, se vera, racconterebbe una nuova versione della sua fine e darebbe valore inestimabile per alcuni collezionisti allo strumento suonato Mussolini prima di morire.

L'introvabile La Catastrofe del Duce, ovvero una musica d'addio redatto dal misterioso Italo Impero è la chiave della soluzione: «un'opera non schedata da nessuna biblioteca, una specie di fantasma».

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