Cultura e Spettacoli

Valentino e Sofia (Coppola) «La Traviata» va di moda

Lo stilista si affida alla regista di origini italiane per l'esordio da produttore nella lirica. Incasso record per l'Opera di Roma

Valentino e Sofia (Coppola) «La Traviata» va di moda

Roma - È nella scena del ballo del secondo atto della Traviata che Violetta affronta, in un meraviglioso abito di taffetas rosso Valentino, lo scontro tra il suo amore per Alfredo e la morale borghese interpretata dal mellifluo Germont.

Il teatro dell'Opera di Roma porta in scena da martedì il capolavoro di Verdi «riveduto e corretto nell'anno 2016» dal maestro dell'alta moda, che ha disegnato i 4 costumi della protagonista, l'ha prodotto con Giancarlo Giammetti e l'ha affidato alla regia del premio Oscar Sofia Coppola. Figlia di una star del cinema americano come Francis Ford Coppola, ma anche discendente di una «famiglia di musicisti d'origine italiana» e lontana cugina di Riccardo Muti, ricorda lei nella conferenza stampa di presentazione.

Valentino l'ha scelta per la sua prima esperienza nella regia lirica dopo aver colto nel suo premiatissimo film Marie Antoinette una sensibilità estetica e musicale tutta particolare. «Ho voluto accettare la sfida - dice Sofia- ed è stata un'esperienza meravigliosa. Ho cercato un po' di me stessa in Violetta, rispettando la tradizione, ma puntando tutto sulla protagonista». Quella della Coppola si preannuncia come un'interpretazione «personalistica» della Traviata.

Moda, cinema, nomi con un grande appeal sul pubblico. Valentino ha un obiettivo preciso, oltre a quello di sublimare la sua passione per la lirica anche esteticamente intesa: quello di riportare l'opera al posto che merita, in alto. «Purtroppo - spiega il couturier - , in Italia e all'estero, ha grande successo ma è stata relegata in secondo piano. Stavolta, con la forza incredibile dell'allestimento, dei costumi, della regia, dell'orchestra, dimostrerà di essere qualcosa di molto più importante di tanti concerti rock che attirano le masse». E sembra aver fatto centro visto che già con le prevendite della prima serata si è incassato un milione 200.000 euro, a fronte di un costo totale di un milione 800.000. Lo ha annunciato il sovrintendente Carlo Fuortes: «Il maggiore incasso di sempre nella storia di questo teatro».

Pensa ai giovani, Valentino, che della Traviata s'è innamorato da ragazzo, a come riavvicinarli alla tradizione lirica. «Con un'opera non ridondante e barocca ma traducendo in un linguaggio moderno ciò che è stato scritto a fine '800. E per far emergere Violetta siamo tornati alla tradizione antica del coro delle tragedie greche».

Sono stati Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, i due stilisti che hanno raccolto l'eredità di Valentino nella maison, a disegnare i costumi del coro e di Flora. L'hanno fatto con un tocco «modaiolo». «Abiti vicini all'immaginario collettivo - dice la Chiuri-, con un carattere timeless. Quello della lirica è un modo difficile per i giovani, com'era per noi all'inizio l'alta moda. Credo che la contaminazione abbia prodotto qualcosa di nuovo». E Piccioli: «Lo sforzo è stato quello di contemporaneizzare l'opera, togliere le pesantezze del contesto, far emergere Violetta». Un «taglio fresco» anche nell'interpretazione musicale, dice il direttore d'orchestra Jader Bignamini: «Rispetto della tradizione, senza assecondarne i vizi».

Nel vestire la protagonista Valentino ha avuto la «sorpresa» di scoprire una soprano molto giovane e bella. L'ha trasformato con abiti da sogno, che «ricordano l'epoca in cui è ambientata la Traviata, ma guardano all'oggi». Compreso quel tocco di rosso che prende il suo nome. «Un colore che mi accompagna da tanti anni, era logico». Costumi che esprimono, sottolinea Giammetti, «la freschezza e la fragilità di una giovane donna, che ha molto sofferto».

Lei, Francesca Dotto, che interpreta la protagonista alternandosi fino al 30 giugno con Maria Grazia Schiavo, è in prima fila, snella nei suoi jeans, come una ragazza qualsiasi. «Mi sono sentita una principessa - racconta- negli abiti di Valentino, quei tessuti ricchi che mai nella vita avevo provato, quelle linee da sogno. Così belli e così funzionali, creati per una cantante che deve dilatare il diaframma.

Sono tutt'uno col personaggio».

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