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La verità su Altamont il giorno nero degli Stones

Hell's Angels, droga e morte. In quel concerto la band rischiò grosso. Oggi prepara il nuovo disco

La verità su Altamont il giorno nero degli Stones

«Fareste meglio a uscire da 'sta cazzo di tenda e salire su quel fottutissimo palco prima che il pubblico esploda», disse Sweet Williams, uno dei temibili Hell's Angels che facevano il servizio d'ordine per i Rolling Stones al concerto di Altamont. I Rolling Stones annunciano un nuovo album ma intanto rispunta l'ombra di quel concerto, del 6 dicembre 1969 che, dopo le utopie del Festival di Monterey e la festa di Woodstock, vide naufragare nella violenza il sogno di pace-amore-musica del mondo hippie. Quel concerto visse di continue esplosioni di violenza e perfino Marty Balin dei Jefferson Airplane fu messo ko un paio di volte dagli Angels, mentre i Grateful Dead, abituati a tutto, se la fecero letteralmente addosso. Ora la vera storia di quell'incubo viene raccontata da Joel Selvin - uno che c'era e uno dei maggiori critici musicali dell'epoca - nel libro The Rolling Stones. Altamont con sottotitolo Il giorno più nero della storia del rock e la fine del sogno degli anni '60. Già, l'atto che mise una macchia indelebile sulla stoffa della musica rock, perché ci scappò anche il morto, il giovane nero Meredith Hunter Murdock, che fu massacrato dagli Angels. Qualcuno dice che era lì, con una sua amichetta ventenne, a godersi la musica; altri dicono, e con loro Selvin, che brandisse una pistola. Fu comunque ucciso in quell'allucinata e allucinante giornata in cui gli atti di violenza si ripetevano ininterrottamente. Eppure i gruppi sul palco erano il meglio in circolazione. Crosby, Stills & Nash (con l'aggiunta di Young) avevano pubblicato il loro primo album rilanciando la musica acustica. Stephen Stills racconta che, mentre avanzava verso il palco, gli sembrava di essere in una zona di guerra. Gli Angels agitavano le stecche da biliardo sulle teste del pubblico e scoppiavano risse ovunque. Crosby, che conosceva personalmente molti di loro e il loro capo Sonny Barger, cercò di calmarli urlando al microfono: «Per favore, smettete di farvi del male, potete parlarne e, magari, trovare una soluzione». Ma non c'era soluzione perché non c'era motivo per tutta quella violenza. C'è chi dice che gli acidi erano diventati sempre più chimici e pericolosi per la psiche. Insomma erano tutti «fatti»? Di certo un Hells Angel ubriaco, con in mano il raggio acuminatissimo di una ruota di bicicletta, punzecchiava Stills su una gamba mentre suonava. Dopo mezz'ora di questo trattamento la gamba di Stills sanguinava e i suoi pantaloni erano macchiati di sangue. «Ormai sembrava di essere all'interno di un film horror», scrive Selvin.

Durante lo show dei Rolling Stones l'ambiente si surriscaldò e accadde il peggio. Dopo una travolgente versione di Carol di Chuck Berry, Keith Richards attaccò il riff di Sympathy For the Devil ma, dall'altra parte del palco, Barger vide che qualcuno stava toccando la moto di un altro Angel, Julio Ortiz. Si buttò nella folla per raggiungerlo, e gli altri Angels gli spianarono la strada abbattendo tutto e tutti quelli che gli si paravano davanti. Strilli, gemiti e grugniti erano chiaramente udibili nonostante il volume della musica. L'unico che non si accorse di nulla fu Richards, che continuava con il suo chitarrismo indiavolato. «Keith...Keith», disse Jagger, «ti vuoi calmare? Smetti di suonare». Richards smise di suonare e Jagger implorò il pubblico di calmarsi. Mai. prima d'allora, quelle cinque rockstar si erano sentite così vulnerabili, deboli, indifese e normali. Però ripresero il controllo ed eseguirono una Sympathy For the Devil da urlo che «terminò senza applausi». Dopo poco gli Hells Angel erano in piedi davanti al palco e molti di loro circondavano i Rolling Stones, che continuarono a suonare, perché lasciare il palco sarebbe stato il disastro totale. Hunter, mentre era con la sua amica bianca fu preso per un orecchio e picchiato da cinque o sei energumeni mentre gli Stones eseguivano Under My Thumb. Cadde dal palco, barcollante e ferito, perse la pistola ma, a un certo punto, la recuperò e fu colpito da Al Passaro con una coltellata nel collo, che lo finì. Furono in molti a vedere la pistola puntata, tra questi Mickey Hart dei Grateful Dead, che cercò immediatamente riparo. Gli Stones continuavano a suonare, passando da Gimme Shelter a Satisfaction, chiudendo con la quanto mai adatta Street Fighting Man...

Mentre il cadavere di Hunter veniva portato nella tenda della Croce Rossa, i Rolling Stones (insieme al cantautore Gram Parsons) si imbarcarono su un elicottero per allontanarsi da quel campo di battaglia. Nonostante quel disastro, «gli Stones suonarono come mai prima di allora», scrive Selvin.

Ma il mondo della musica rock non sarebbe mai più stato lo stesso.

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