Cultura e Spettacoli

Versi di natura e di via, di mare e di epos L'universo dell'Erodoto di St. Lucia

Versi di natura e di via, di mare e di epos L'universo dell'Erodoto di St. Lucia

di Derek Walcott

Gli alberi chiudono le porte e la risacca

[esige attenzione.

La sera è un'incisione, la sagoma

[sul medaglione

oscura il profilo degli amati, anche il tuo,

la cui poesia trasforma il lettore

[in un poeta. Il leone

del promontorio si oscura come quello

[di San Marco, metafore

sbocciano e volteggiano nella caverna

[della mente, e si sente

nell'incanto delle onde e nelle conifere

[d'agosto,

e si legge l'ornato cirillico di fronde

[che gesticolano

mentre il silenzioso concilio

[di cumoli comincia a radunarsi

sull'Atlantico dalla luce calma

[come quella di uno stagno,

e lampade germogliano come frutti

[nel villaggio, sopra i tetti,

e l'alveare delle costellazioni riappare,

[sera dopo sera,

nella tua voce, nel buio canneto dei versi

[che risplende di vita.

(da Egloghe italiane, in Prima luce, Adelphi, 2001)

***

Questa era la luce della Francia:

[più sottile, matura,

che invecchia, come formaggio,

[come i muri butterati di Pontoise,

vasta come il grano d'oro

[dove un mietitore

si agita con un falce per scacciare

[le cornacchie,

acquedotti abbandonati,

[stazioni nascoste dagli alberi,

nuvole-sbuffo di vapore

[sopra treni formato giocattolo

che collegano paesi con vecchi trattini

[e orzo

che sbianca nel vento fulgido,

[come zucchero.

Erano questi gli azzardi

[della pittura en plein air:

la polvere del vento e la luce capricciosa

che scolora e si riaccende,

[mai più comune

che nei suoi paesaggi fatti in serie,

[nessuno riuscito.

(da Il levriero di Tiepolo, Adelphi, 2005)

***

Come antiche mappe nautiche

[con agli angoli quattro teste alate

che soffiano arricciati refoli

[di vento propizio dalle gote-cornette

finché le vele non si fanno panciute

[e lo scafo non solca

mari annodati come i corpi

[di draghi ornamentali,

così forti refoli gonfiavano la vela

[di Achille che gridò

di felicità, anche se il compagno

[non potè udirlo.

Era questo il grido, cardine

[di ogni odissea, il grido

silenzioso che segnala una scogliera

[o un uccello noto,

non il clamore della battaglia,

[non l'intreccio ingarbugliato

di una rete da pesca, ma quello

[di un'onda che rima con una tomba,

di una canoa con una bara,

[di quando quel parallelo

Viene attraversato e cancella la linea

[tra il padrone e lo schiavo.

(da Omeros, Adelphi, 2003)

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