Cultura e Spettacoli

Un viaggio nel passato nel fantasy di Burton

Il fantasy è un genere che, grazie anche alle trasposizioni cinematografiche degli ultimi anni, sempre più frequenti, ha accresciuto il numero dei suoi appassionati. In questo filone, si colloca il nuovo film, come sempre atteso dai suoi fan, di Tim Burton, un regista mai scontato, autore sempre alla ricerca di una chiave poetica, fantastica, visionaria, per raccontare i suoi «perdenti», vero marchio di fabbrica della sua inconfondibile produzione. Miss Peregrine - La casa dei Ragazzi Speciali prende spunto dall'omonimo romanzo di formazione. Protagonista è il giovane Jacob che, alla morte del nonno, va nel Galles alla ricerca di un qualcosa che potrebbe dare un senso alle ultime volontà dell'anziano parente. Qui, scoprirà che la Miss Peregrine di cui il vecchio parlava, direttrice di un orfanotrofio, che gli aveva salvato la vita durante la Seconda Guerra Mondiale, è ancora viva e vegeta, essendo dotata di un potere speciale che le permette di creare un loop temporale che ferma il tempo in un giorno preciso del 1943. E' il suo modo di salvaguardare dei ragazzi speciali, dotati di poteri straordinari, che vivono nell'istituto. Così, Jacob si ritrova in più occasioni in questo passato, familiarizza con gli altri giovani, combatte contro delle creature mostruose che si nutrono degli occhi dei ragazzi. Visivamente è un film di grande impatto, con alcuni momenti che ricordano il miglior Burton, su tutti quello della nave sollevata dalle acque. La prima parte, in particolare, è tipicamente burtoniana quanto a suggestioni, rimandi, atmosfere. Poi, il film, quando si movimenta, finisce per perdersi, sprofondando in una sorta di sufficienza, per non dire banalità, complice anche una mancanza di approfondimento dei vari personaggi che, sicuramente, avrebbe giovato, come minimo, nel creare un legame empatico con il pubblico. Certo, il combattimento tra le bambole in stop-motion e gli scheletri armati lo si segue con il respiro trattenuto; però, tutto sommato, l'impressione è che sia stata la sceneggiatura, forzatamente conclusiva rispetto al romanzo, a penalizzare la mano di Burton, invece del contrario.

Detto questo, rimane sempre un buon film natalizio, da vedere con la famiglia.

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