Cultura e Spettacoli

Vizi, fantasie ed eccessi da Elvis a Lady Gaga

Il cd dei 2 Live Crew fu il primo a essere dichiarato osceno da un tribunale. In un libro le storie più piccanti delle star

Vizi, fantasie ed eccessi da Elvis a Lady Gaga

Sesso e droga sono sempre andati a braccetto con l'effervescente mondo del rock'n'roll; gli eccessi erotici hanno dimostrato che le star hanno trovato il Santo Graal moderno della promiscuità libera da qualunque senso di colpa. Tutto è concesso a chi fa della trasgressione la propria bandiera, è così da quando è nato, il rock - da Elvis a Lady Gaga -, e lo racconta in 50 eccitanti storie di musica e rivoluzione sessuale il volume Sexy Rock (Paolo Bassotti, Arcana, pagg. 286, euro 16,50) . Il peccato originale è stato di Elvis (che comunque copiava gli atteggiamenti provocatori di artisti neri come Big Mama Thornton) il quale, davanti a milioni di telespettatori, si mise a contorcersi e a mugolare cantando Hound Dog (che la stessa Thornton eseguiva in modo molto più incendiario). Qualcuno, come Bill Haley, aveva provato prima di lui, ma aveva la faccia da Macario e non la carica sensuale di Presley, e il mondo dei media esplose contro «quella sensualità animale tipica delle taverne e dei bordelli».

Negli anni '60 e '70 le regole furono completamente sconvolte dai signori del rock. I Rolling Stones, appropriatisi in tutti i sensi della diabolica carnalità del blues, spinsero Patti Smith a scrivere sulla rivista Creem : «Gli Stones stavano liberando sessualmente i confusi figli dell'America. Ogni ragazza poteva sentire la gloria dell'essere donna, ogni ragazzo poteva rivelare il suo lato femminile senza essere chiamato frocio. La mascolinità non si valutava più su un campo di football. La musica per gli Stones è musica per scopare». Si giocava su un doppio fronte; gli artisti spingevano i giovani a liberarsi e a loro volta ne combinavano di tutti i colori. Si ricordano gli atteggiamenti al limite della pornografia di Jim Morrison e Iggy Pop e le devastanti orge dei Led Zeppelin o degli Who, serviti da ragazze compiacenti e totalmente disinibite (le groupies) come la famosa Penny, capo delle ragazze della giarrettiera volante, «che dirigeva la miglior accademia di sesso orale da questa parte delle Montagne Rocciose». Le groupie si mettevano completamente al servizio delle star, percorrevano la Sunset Strip di Los Angeles alla ricerca di ragazzi dai capelli lunghi affacciati ai balconi degli alberghi, li adescavano inviando loro messaggi invitanti o addirittura noleggiando elicotteri (come accadde ai Beatles) per superare i servizi di sicurezza.

Partendo dalla sala Oscar Wilde del Mercer Arts Center di New York, nel 1972 i New York Dolls anticipano il punk con suoni rozzi e brutali e travestimenti femminili fatti di parrucche, zatteroni, body di lamè, vestaglie ricamate, che dall'America sfondano in Gran Bretagna sfruttando appieno la moda del glam rock di Bowie e dei Roxy Music. Mentre le mamme di Washington presentano la lista di proscrizione dei dischi più pericolosi d'America (in testa Prince con l'esplicita Darling Nikki) il sesso irrompe nel pop in modo sofisticato e spregiudicato grazie a Madonna, che impone il suo messaggio «non sono forte malgrado io sia una donna, sono forte proprio perché sono una donna». Madonna inanella una serie di immagini iconiche, in genere con forte connotazione erotica, a partire dai primi Mtv Music Awards del 1984, dove esegue una Like a Virgin particolarmente sensuale. Per Madonna che oggi difende con onore i suoi 56 anni, c'è una Lady Gaga che mescola arte, pop, sesso e provocazione con atteggiamenti non sempre di buon gusto. Recentemente al Festival South by Southwest si è fatta inzuppare di vomito fluorescente mentre cavalcava un maiale meccanico, sponsorizzata da una marca di patatine fritte, e poco prima, durante un concerto ha masturbato un fallo di gomma.

Sarà arte? Se lo chiedono anche i detrattori del rap, del cosiddetto «porno rap» e del «gangsta rap» di Puff Daddy e Ice T, ricordando che nel 1990 l'album Nasty As They Wanna Be dei 2 Live Crew, per il brano Me So Horny (Sono tutto arrapato) fu dichiarato da un tribunale il primo disco «legalmente osceno» negli Usa.

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