Cultura e Spettacoli

«Vorrei inserire la danza come materia nelle scuole»

Michele Vanossi

Lorena Bianchetti è sorridente, semplice, determinata, un fiume in piena! Sarà perché e sempre impegnata su mille fronti (alla 74^ Mostra del Cinema di Venezia ha condotto l'evento I giovani e il cinema; proprio recentemente ha ricoperto la carica di direttore artistico per la prima «Rome Half Marathon Via Pacis»). Si sente pienamente realizzata e non riesce ad immaginare l'esistenza senza spiritualità: «Il laicismo e l'illuminismo puro mi spaventano; quando scolleghi la testa dal cuore diventi una sorta di macchina. Per me, la spiritualità è la fusione dei due elementi», afferma la conduttrice. La danza è una tra le sue grandi passioni. «Ho iniziato a studiare danza classica e poi danza jazz dall'età di 4 anni. Per me è una sorta di forma mentis, non semplicemente uno sport o una disciplina. Ho lanciato la proposta di inserirla come materia di studio obbligatoria nelle scuole!». Un episodio off nella sua vita? «Non ne ho mai parlato esplicitamente, c'è un dolore enorme che mi fa soffrire e col quale convivo ogni giorno. Due anni fa, pochi giorni dopo la celebrazione del mio matrimonio ho perso improvvisamente il mio eroe, la persona di riferimento: mio padre». È al timone del programma A sua immagine per il quale qualcuno nutre dei pregiudizi.. «È realizzato da Raiuno in collaborazione con la CEI, raccontiamo la vita secondo l'ottica del Vangelo, seguendo il pontificato in atto. Se le persone hanno dei pregiudizi è perché non sanno che la nostra è una proposta molto specifica, dentro la vita. Trattiamo temi non unicamente religiosi ma anche etici, umani e di attualità. Ci è capitato di ospitare in studio anche persone non credenti, proprio per mettere a confronto il pensiero di tutti; facciamo e diamo servizio». Un pensiero sui Papi che ha conosciuto? «Tre persone illuminate, l'uno è la continuazione dell'altro al di là della provenienza o delle origini. Il filo conduttore che li lega è indubbiamente l'insegnamento del concilio Vaticano II. Detto ciò, Papa Giovanni Paolo II era una persona dolcissima, di grande ironia e di contenuto rivoluzionario (è stato il primo a parlare di genio femminile e poi a visitare la Sinagoga). Ho avuto il privilegio di raccontare il suo pontificato fino alla fine. Mi ha sempre colpito la tenerezza di Papa Benedetto, dall' animo elegante, capace di ascoltarti, attento a tutto. Papa Francesco è una persona di straordinario carisma, tenero e fermo allo stesso tempo, ironico, innovatore; mi incanta».

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