Cultura e Spettacoli

Il voyeur del motel di Talese? Assomiglia a tutti noi...

Vera o falsa che sia, la storia del proprietario-guardone si rivela una metafora perfetta dell'epoca dei social

Il voyeur del motel di Talese? Assomiglia a tutti noi...

Negli Stati Uniti divampano le polemiche per il nuovo libro di Gay Talese, giornalista e scrittore, inventore negli anni '60 del New Journalism assieme a Tom Wolfe e columnist del New York Times e di Esquire: in The Voyeur's Motel (uscito da pochi giorni da Grove Press, in Italia sarà pubblicato per Rizzoli nel 2017) ha raccontato quella che è stata presentata come la storia vera del proprietario di un motel che per anni ha spiato i suoi clienti mentre facevano sesso. Gay Talese è finito nell'occhio del ciclone perché la vicenda presenta molte ombre: conosciuto per il rigore dei suoi reportage, si è trovato addirittura nella condizione di dover annunciare in un primo momento il ritiro del libro. The Voyeur's Motel racconta le bizzarre giornate di Gerald Foos, il proprietario di un motel in Colorado che ha spiato i suoi ospiti nei loro momenti più intimi - dalla fine degli anni '60 alla metà degli anni '90 - proprio come Norman Bates in Psyco. La notizia è che il libro intero potrebbe essere frutto di una menzogna.

"Caro Mr. Talese, come autore di The Neighbor's Wife, in cui brillantemente esplora le usanze e i costumi sessuali degli americani e che è stato nella classifica dei best seller per più di sei mesi, pensavo potesse interessarle la mia storia di guardone. Sinceramente suo, Anonimo". Questa è la lettera che nel 1980 Gerald Foos scrisse a Talese. Foos aggiunse di avere spunti interessanti per un romanzo. Talese fu invitato per un sopralluogo nel motel. "Ero indeciso su cosa rispondere a una lettera del genere" scrive Talese nel libro che abbiamo letto in anteprima, poi accetta un incontro a Denver. Foos gli racconta delle coppie che ha spiato durante i rapporti sessuali, di donne nude sdraiate sui letti, di uomini che si masturbavano nei lavandini. Il dubbio che tutta questa storia sia una bufala viene a Talese dopo aver pubblicato il libro, quando il Washington Post scopre che il motel di Foos ha cambiato proprietà dal 1980 al 1988, e che Foos ne è diventato il gestore solo dal 1969, quando invece le sue storie avrebbero inizio dal 1966. Queste premesse potrebbero far pensare che il racconto fatto da Foos sia pura invenzione. Talese pensa subito di essere stato preso in giro: "Non avrei dovuto credere a una singola parola pronunciata da Mr. Foos" ha dichiarato al reporter del Washington Post aggiungendo "sospenderò le presentazioni del libro: come potrei presentarlo quando la sua credibilità è appena scivolata giù nel cesso?". Poi però ritratta chiarendo di "di aver detto cose che non avrebbe dovuto dire. Se ci saranno correzioni da aggiungere lo farò in una prossima edizione". Nel frattempo la Dreamworks di Steven Spielberg ha già comprato i diritti del libro per un film che sarà girato da Sam Mendes.

Nel volume, Talese riporta le annotazioni di Gerald Foos sui suoi ospiti, maniacalmente dettagliate: "Appena giunto nel condotto di areazione - la mia postazione di vedetta - avevo una perfetta visuale della stanza e, per mia gioia, del bagno. Potevo vedere la coppia sotto di me, senza dubbio una coppia perfetta per il palco di cui erano protagonisti inconsapevoli, e di cui io sarei stato il pubblico". Che sia vera o no, che sia fiction o non fiction, The Voyeur's Motel racconta una grande storia. Al centro non c'è solo il tema narrativo dei motel, sempre più in voga negli States, ma soprattutto il punto di vista del guardone che vive per interposta persona, al fine di distogliere l'attenzione dalla propria atroce esistenza. L'eroe passivo del libro è proprio Gerald Foos, abituato a spiare sin dall'infanzia: "Ho un ricordo particolare di mia zia Katheryn mentre, sdraiata nuda sul suo letto, pettinava le sue bambole di porcellana. Ho in mente la sua immagine da sempre, e probabilmente non si cancellerà mai". Sviluppata la sua indole voyeuristica in marina, mentre frequentava "i bordelli di tutte le coste del Mediterraneo sino al Medio Oriente", Gerald Foos non riusciva a smettere di chiedersi come fosse l'intimità degli altri: "Cercavo delle risposte sulla complessa questione di cosa succede violando la privacy delle persone. La mia idea di felicità assoluta era di riuscire a invadere l'intimità degli altri". Attraverso Gerald Foos, Talese racconta l'uomo del nostro tempo: voyeurista è chi vive la propria sessualità su Youporn, chi su Facebook e Instagram spia la vita altrui.

Talese racconta il dramma del nostro presente: essere spettatori dell'esistenza degli altri ma sempre a distanza di sicurezza, senza mai farne parte, in una specie di gioco e godimento perverso che finisce però col diventare una trappola cui diventa sempre più difficile sottrarsi.

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