Cultura e Spettacoli

Web in rivolta contro il ribelle «Adrian»

Il pubblico di Canale 5 apprezza: 20% di share. Ma sui social è pioggia di critiche

Laura Rio

«Credo sia il primo programma al mondo di cui non si sapeva nulla prima che andasse in onda. E nemmeno dopo...». «Forse visto al contrario avrebbe un senso...». Sono alcuni dei tweet più simpatici tra quelli che hanno inondato la rete durante e dopo la visione del cartone animato di Celentano lunedì su Canale 5. Una profusione di battute, molte critiche, altre violente, che hanno messo alla berlina l'operazione Adrian: sia lo show live iniziale dove Celentano ha fatto un'apparizione di pochi minuti in diretta dal teatro Camploy di Verona dopo che i fan l'hanno atteso per anni, sia il cartoon giudicato da molti assurdo, ingenuo, narcisistico, volgare, al limite della pornografia. Comunque, nonostante l'abbondanza di insulti, la prima puntata è stata accolta in maniera generosa dal pubblico di Canale 5: in sostanza una media del 20 per cento di share.

Nel segmento iniziale Aspettando Adrian ha raccolto 5.997.000 spettatori, share 21,93% e nel cartoon vero e proprio 4.544.000, 19,08%. Un risultato enormemente inferiore rispetto a quelli ottenuti dai grandi show tv del Molleggiato, ma questo era scontato vista la diversità del progetto, ma di tutto rispetto per la rete Mediaset e anche per l'operazione in sé, assolutamente rischiosa: un cartone animato in prima serata e, per giunta, assolutamente straniante rispetto alle tradizionali proposte dell'ammiraglia del Biscione. Un'operazione in cui Mediaset si è fatta pericolosamente coinvolgere puntando sul richiamo del Molleggiato. Il fatto è che, adesso, non sarà facile mantenere questi risultati: Adrian è un cartoon faticoso, a tratti lento, per molti versi irritante, per cui difficilmente potrà «fidelizzare», come si dice in gergo televisivo, il pubblico. Proprio per questo il Clan, la casa di produzione dei Celentano si è inventata lo show live, che accompagnerà tutte le serate di messa in onda.

In modo che, se le curve di ascolto dovessero peggiorare, il cantante può sempre riprendere la chitarra in mano, aprire la diretta dal teatro di Verona, e riacchiappare milioni di spettatori intonando uno dei suoi mitici brani, Il ragazzo della via Gluck o L'emozione non ha voce, oppure si può rimettere i panni di guru e lanciarsi (come ha fatto ieri sera) in una delle sue famose invettive politiche, un attacco sulla politica dell'immigrazione, per esempio. Oppure una predica sul mondo inquinato o sulle ingiustizie sociali. O anche bere un bicchier d'acqua e restare in silenzio. Qualunque cosa faccia in carne e ossa piacerà comunque più del cartoon. La prima sera ha deciso di apparire solo pochi minuti, perché voleva sondare la risposta del pubblico e poi era talmente forte la serie che non c'era bisogno di aggiungere altro. Canale 5 aveva messo in palinsesto un blocco di tre ore, dalle 21,30 alle 24,30, perché il cantante aveva preteso libertà assoluta e carta bianca, senza comunicare né se sarebbe apparso né per quanto tempo, quindi c'era anche la possibilità che si prodigasse in un lungo show. Dunque non c'è stata interruzione o abbandoni come paventato da qualcuno. Ma la rete era pronta a riprendere la linea quando il Clan gliela avesse restituita. Ciò non toglie che sia il pubblico a casa, sia quello in teatro sia rimasto esterrefatto da tutto: dallo spettacolo iniziale, dalle immagini di sesso esplicito con una Claudia Mori bollente e quasi ninfomane e dalla conclusione con i semplici titoli di coda. In sala le persone sono rimaste sedute ad aspettare, fin quando gli addetti le hanno invitate a uscire. E avevano anche pagato 12 euro per vedere il loro beniamino dal vivo per soli tre minuti..

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