Cultura e Spettacoli

Zubin Mehta superbo anche nel balletto

Quando un direttore dell'autorità e della fama di Zubin Mehta acconsente a dirigere uno spettacolo di balletto, come nel caso della Serata Stravinskij alla Scala, l'evento è particolare. In Italia non è una novità assoluta, ma è un fatto molto raro. Il riconoscimento che anche l'accompagnamento musicale debba essere affidato ad artisti della stessa caratura dei coreografi è usuale nei Paesi, come la Russia, dove la danza ha una storia e un peso specifico ben diversi. Bisogna tener presente che dirigere il balletto è molto difficile, perché oltre alle partiture (e quelle dei due capolavori del periodo russo, Petruska e la Sagra della primavera, sono piene di insidie che non sempre gli stretti tempi di produzione oggi in voga consentono di superare senza pedaggi) ci sono le ragioni coreografiche e i «tempi» dei solisti e del corpo di ballo. Non a caso l'impresario-genio Djagilev aveva affidato la direzione d'orchestra dei Ballets russes a giovani che si chiamavano Pierre Monteux, Ernest Ansermet, Roger Desormière.

L'esperienza e l'umiltà di Mehta sono state un ammirato e sicuro riferimento, apprezzabile anche nel non spingere la compagine orchestrale a disposizione oltre evidenti limiti. Capolavoro nel capolavoro la coreografia originale di Mikhail Fokin per Petruska, che insieme alle scene e ai costumi di Alexandre Benois e alla musica di Stravinskij forma una Trinità artistica difficilmente eguagliabile.

Assai impegnativa fisicamente, ma di effetto completamente opposto, invernale e astratto, la Sagra di Glen Tetley ha glorificato la fertilità e la muscolarità maschile.

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