Brasile 2014

E il Cile adesso si sente già campione Vidal: "E se vincessimo noi il Mondiale?"

"Tutti ci davano per eliminati al primo turno. E invece possiamo arrivare fino in fondo"

Rio de Janeiro La grande rivelazione di questo Mondiale indossa una maglia rossa. La Spagna? No. La Roja che conta è il Cile dello juventino Arturo Vidal che elimina i campioni in carica, la Spagna di Vicente del Bosque, mandandola a casa alla seconda giornata e assicurandosi in anticipo il passaporto agli ottavi. Tale e quale gli argentini, domenica contro la Bosnia Ezergovina, i cileni invadono Rio de Janeiro. Alcuni di loro hanno fatto irruzione al Maracanã pur non avendo il biglietto.
«Sono orgoglioso. Magari la festa in Cile non finisse mai... È il mio secondo Mondiale e adesso ho più esperienza. Il calcio italiano mi ha migliorato in tutti gli aspetti», dice un esultante Vidal. Più emozionante conquistare lo scudetto con la Juve o vincere col Cile? La risposta è una bella risata. E il Brasile, padrone di casa, potrebbe adesso capitare sulla strada cilena. Se uno finisse primo e l'altro secondo nei rispettivi gironi si scontrerebbero subito agli ottavi. «Pensiamo ad un avversario per volta. Siamo in un Mondiale. E magari lo vinciamo - sogna il fiducioso Vidal -. Per vincerlo bisogna disputare sette partite e giocarle tutte come fossero una finale. Tutti pensavano che in questo girone potevamo essere eliminati, ma stiamo dimostrando di avere una grande squadra». E Isla, altro juventino cileno, è anche lui ottimista: «Ci sono squadre molto forti, ma il Cile giocherà come sempre».
Una grande formazione inizia da un grande portiere, recita un motto del calcio brasiliano. E il suo cognome parla da solo: Bravo. È lui a garantire il 2-0 nei momenti di maggiore pressione della Spagna con delle strepitose parate: «È un trionfo storico per noi. Siamo tra i 16 migliori del mondo». Alex Sánchez invece ha delle ambizioni maggiori: «Ho sempre sognato di essere il miglior giocatore del mondo. Voglio continuare così», afferma il barcellonista.
Il comandante di questo Cile che batte i suoi colonizzatori campioni del mondo? Un argentino. Jorge Sampaoli, un ex gicatore che fu costretto a ritirarsi dal calcio a 20 anni per un grave infortunio. Pluricampione al timone dell'Universidad de Chile, compresa la coppa Sudamericana, una specie di Europa League del continente, edizione 2011 senza una sconfitta. Sampaoli cerca di frenare gli entusiasmi: «Sinceramente non penso che il Cile possa essere campione del mondo. Pensiamo innazitutto ad essere primi del nostro girone». Lunedì Olanda-Cile decide chi finisce in testa.
Lo schema cileno? Parte da un 3-5-2. Centrali Medel, Silva, Jara; laterali Isla e Mena; Díaz e Aránguiz interni; Vidal alle spalle delle punte Sánchez e Vargas. Proprio Vargas, una meteora a Napoli, è stato l'autore di una rete contro gli spagnoli.
Spettacolo cileno in campo, spettacolo in curva, ma brutta figura di un gruppo che fa irruzione nel centro media al Maracanã buttando giù addirittura alcuni armadi. In maggioranza tifosi cileni (con una donna), ma viene individuato almeno un argentino e vengono fermate 88 persone. Secondo la Fifa gli invasori sarebbero stati tutti arrestati. ma qualcuno avrebbe raggiunto comunque le tribune. Accusati di promuovere tumulti ed incitare la violenza in eventi sportivi, devono lasciare il Brasile in 72 ore, altrimenti verranno espulsi. Alcuni vivono in Brasile e ciò verrà valutato. Ma Samuel Ossa, console cileno a Rio, li difende: «Non erano delinquenti.

Volevano solo vedere la partita».

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