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Ct primo nodo da sciogliere ma la panca è in quaresima

È l'altra poltrona vacante a quaranta giorni dalle dimissioni di Prandelli. Gli identikit dei papabili prospettati da Tavecchio e Albertini a Malagò

Ct primo nodo da sciogliere ma la panca è in quaresima

Quaranta giorni fa, l'uscita di scena della nazionale dal Mondiale con le dimissioni del ct Prandelli e del presidente federale Abete e l'apertura ufficiale della crisi politica in Figc. Ora la bufera sulla successione alla poltrona di via Allegri, tra la frase infelice del sempre favorito Carlo Tavecchio («ma quale razzista, è un buono», lo difende Gigi Riva, per 20 anni in Figc) e il recupero lento nella corsa elettorale - soprattutto fra i club di A (ieri il già preventivato no a Tavecchio dell'Empoli) - di Demetrio Albertini. Con la possibilità sempre più concreta di una mediazione - per evitare il temuto commissariamento del Coni - che magari porti a una «spartizione» delle poltrone. Anche se ieri Damiano Tommasi, numero uno dell'Assocalciatori ha smentito l'ipotesi di lui come vicepresidente Figc. In tutto questo, non si parla più di chi siederà sulla panchina azzurra. Lo ha fatto, nella sua stanza del Palazzo H, il presidente del Coni Malagò chiedendo ai due candidati un identikit del loro ct ideale.

Tante le idee sul tavolo, ma la scelta avverrà solo dopo che sarà eletto il presidente, ovvero l'11 agosto. Quando al ritorno in campo degli azzurri mancheranno solo tre settimane (Italia-Olanda è programmata a Bari per giovedì 4 settembre) e meno di un mese al debutto nelle qualificazioni europee (Norvegia-Italia. La rosa dei papabili sembra ormai essere ristretta a 4 nomi: Antonio Conte, Roberto Mancini, Francesco Guidolin e Antonio Cabrini.

ANTONIO CONTE - Il tecnico pluriscudettato della Juventus, dopo aver lasciato i bianconeri nel primo giorno di ritiro, avrebbe voluto sedersi sulla panchina di una big europea (magari quella del Paris Saint Germain). Ora però non potrebbe dire no al richiamo della Nazionale. Tavecchio, in caso di vittoria, avrebbe già pronto un contratto biennale da 1,7 milioni di euro a stagione e la supervisione delle nazionali giovanili. Sembra il favorito e nessuna potrebbe contestare la scelta di un allenatore così vincente. Le controindicazioni sono le caratteristiche di Conte (non è un selezionatore e ha bisogno del contatto quotidiano con i calciatori) e il rapporto con i club, sempre un punto dolente per ogni ct.

ROBERTO MANCINI - Conclusa l'esperienza al Galatasaray, l'ex tecnico dell'Inter sarebbe disposto a tornare in Italia anche riducendosi molto l'ingaggio. Sicuramente è più selezionatore di Conte e sarebbe un altro nome di prestigio per rilanciare la nostra nazionale. Curioso che possa essere il successore di Prandelli che a sua volta lo ha sostituito in Turchia. A livello di esperienza, non si può discutere e avrebbe la giusta personalità per guidare il gruppo azzurro.

FRANCESCO GUIDOLIN - Ha lasciato l'Udinese dopo tanti anni dicendosi «stressato» della vita in panchina. Non certo la situazione ideale per prendersi la responsabilità di un'avventura tecnica difficile, anche se l'impegno con la nazionale almeno sul campo non è giornaliero, ma più sporadico. Era uno dei nomi della prima ora, dalla sua c'è la grande esperienza con i giovani, molti però la ritengono una soluzione di ripiego in caso di rifiuti eccellenti.

ANTONIO CABRINI - Il difensore campione del mondo nel 1982 è già nei ranghi federali, visto che il 14 maggio 2012 è diventato il ct della nazionale femminile. Da questo punto di vista, è quindi l'unico dei quattro ad avere esperienza di selezionatore, anche se il numero delle sue panchine è inferiore agli altri candidati.

Sarebbe la scelta più facile, considerando i tempi di spending review, ma sicuramente di minore appeal al di là del valore del tecnico di Cremona che nella sua carriera vanta anche una breve (sei mesi) e amara esperienza sulla panchina della nazionale siriana.

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