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Un rigore salva l'Inter. Per il gioco si vedrà

Trasforma Icardi, poi errori e improvvisazioni e un Handanovic salvatutto

Un rigore salva l'Inter. Per il gioco si vedrà

Hanno chiesto a Icardi se il suo rigore ha salvato Mazzarri: «Noi oggi volevamo solo i tre punti dopo una serie di prestazioni non belle». Sì, ma ha salvato Mazzarri? «No, non sono cose che decidiamo noi, questi sono problemi della società». Ognuno ci può leggere quello che vuole, le cose comunque sono andate a questo modo. Alla mezz'ora di gioco di una gara così così, Hernanes pesca Palacio in area che se l'aggiusta di collo destro. È il tocco che fa la differenza. Leali è in uscita, sullo slancio non può evitare Palacio e lo abbatte prima di toccare la palla, è rigore anche per Mazzoleni. Leali espulso, Bisoli toglie Garritano già ammonito, fra i pali entra Agliardi, calcia Icardi rasoterra sulla sua destra, è l'1-0 per l'Inter. Senza questo episodio non sarebbero arrivati neppure i tre punti. Il gioco e la crescita un'altra volta, e senza quel rigore questa sarebbe stata un'altra tacca in meno sul revolver di Mazzarri.

In dieci contro il Cagliari, l'Inter ne prese quattro, il Cesena in dieci ha avuto più palle gol, magari sarà un ragionamento da bar ma è il primo che arriva al termine di una partita dove sono andate fallite quasi tutte le attese, precipitate in un gioco che ha sempre dato l'impressione di uscire improvvisato e comunque tanto impreciso. L'intesa fra Palacio e Icardi sembra svanita, Obi ben oltre una probabile involuzione, Dodò lontano dalla brillantezza delle prime giornate, i due esterni hanno oscurato il gioco sulle fasce tanto predicato da Mazzarri. Come in un imbuto, l'Inter saliva centralmente, spesso con dribbling individuali e poi andava a sbattere prima su De Feudis e poi su Volta e Lucchini. Il Cesena non ha mai smesso di cercare il gol, azioni d'impeto, con grande coraggio senza pensare all'inferiorità numerica, anzi le occasioni sono fioccate dopo la mezz'ora, sotto di un gol. Qui è stato Handanovic a salvare la squadra, graziato da Cascione e Marilungo che hanno calciato alle stelle da ottima posizione, eroico sul colpo di testa di Djuric sul finire del primo tempo, ancora Cascione ha avuto sul destro la palla buona e ancora Handanovic sulla riga gliel'ha negata.

Mentre Mazzarri osservava le difficoltà dei suoi, Bisoli spingeva il Cesena ad osare, Djuric fin che è rimasto in campo è stato un osso duro, fisico e protezione della palla per far salire i compagni, Cascione immenso in ogni zona del campo, come De Feudis, un gruppo che sa cosa significa stare assieme e giocare assieme. L'Inter si accendeva solo quando la palla finiva sui piedi di Kovacic o Hernanes, i due si cercavano continuamente, da loro sono uscite le palle gol che a turno Palacio e Icardi hanno fallito, spesso finendo in fuori gioco, oppure calciando lontano dai pali. Solo nell'ultimo quarto d'ora l'Inter è uscita con autorevolezza, quando il Cesena aveva ormai le ruote sgonfie. Anche l'Inter stava pagando fisicamente, era evidente, Mazzarri ha effettuato un solo cambio, Mbaye per Obi, temendo quasi scaramanticamente di toccare le cose, l'Inter non vinceva una partita dal 2 ottobre, seconda giornata di Europa league contro il Qarabag. Eppure proprio nel finale ha avuto le occasioni migliori mostrando al contempo le maggiori perplessita. Al secondo minuto di recupero Icardi è riuscito finalmente a liberarsi senza farsi cogliere in fuori gioco e si è presentato solo davanti ad Agliardi, ha preso la mira e lo ha centrato in pieno. Sulla ribattuta è arrivato Palacio, che lo aveva affiancato nell'azione, e ha calciato forte sotto la traversa concedendo ad Agliardi una seconda prodezza con deviazione in angolo. Tutto questo con Kovacic solo sulla sinistra, in area, in attesa di buone notizie.

Non solo questione di mancanza di lucidità.

 

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