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Mancini trova Podolski per la "partita perfetta. Senza dire impossibile"

Stasera Juventus-Inter. Il tecnico nerazzurro: "Non c'è tutta questa differenza in classifica". Intanto Allegri è a caccia di punti (e di Sneijder)

Mancini trova Podolski per la "partita perfetta. Senza dire impossibile"

nostro inviato a Appiano Gentile

Mancini ha visto un gol di Podolski in allenamento e s'è fatto venire il dubbio: gioca subito o gioca dopo? La prima risposta potrebbe essere quella che vale. Almeno per la pretattica. Eppoi che dire? O che pensare? La seconda risposta vale ancora di più: «Dovremo giocare una partita perfetta». E racconta di un realismo che non fa difetto, ma non fa eccesso. Se il calcio avesse una logica, Juve-Inter sarebbe già segnata. Ma nel calcio la logica è solo un'ipotesi, non una realtà, dunque l'Inter potrà sognare e soprattutto segnare se vorrà uscire indenne dallo Juventus stadium. Mancini e gli interisti non si pongono limiti, l'allenatore avanti come un condottiero all'assalto, gli altri dovranno seguirlo: giocatori e tifo. E chissà che non gli giri giusta. Con Podolski potrebbe creare la sorpresa, ma poi se la difesa non reggerà....

Vero è che dal 2005 la Juve non batte una squadra guidata dal tecnico nerazzurro: vale la statistica, servirebbe anche una macumba. Ieri Mancini ha divagato abbracciando i sogni nerazzurri. «Podolski va bene, perchè non arriva qui come un giocatore a fine carriera». Ma poi non si è fermato. «Certo, anche Shaqiri: ci vorrebbe. Interessante, guardando al futuro: è giovane». Per ora non altro che una golosità a beneficio dell'Uefa: Thohir pare sia paralizzato dall'idea di subire una multa, se il mercato non seguirà gli intendimenti dalla conventicola dell'antispettacolo e del fair play a soggetto. L'Inter dovrà cedere giocatori prima di acquisire, seppur in prestito. E così sarà.

Meglio giocarsela con la Juve, più facile vincere. Mancini conferma. «Juve-Inter è una classica del calcio italiano e, in queste gare, se resti concentrato puoi battere chiunque. Siamo l'Inter, e giochiamo per vincere. È importante avere una mentalità da Inter. Voglio una squadra con carattere, senza pensare che sia una partita impossibile». Per ora ci sono 18 punti di differenza in classifica. Imbarazzante. Mancio risolve con un punto di vista. «Non credo che ci sia la differenza vista in classifica nelle ultime stagioni».

Poi toccherà dimostrarlo sul campo. Gli unici a far pari sulla carta sono i tecnici: i soli scudettati da un campionato di serie A. Mancini risolve con una battuta ed una considerazione. «Speriamo tornino Ancelotti o Capello. In realtà, speriamo di riportare il calcio italiano ad alto livello e di riportare calciatori di alto livello». Detto da amante del pallone. Non facile riportare l'Inter ad alto livello: sta cercando di rimettere in sesto la difesa, pur senza cambiare gli uomini. Non nasconde quel difettuccio del reggere 45 minuti e poco altro. Sintesi e diagnosi: «Bisogna lavorare di più». E mettiamoci pure l'imponderabile a favore, ma a sfavore c'è una Juve forte, con giocatori che fanno la differenza. Mancini ha già preso atto: l'idea di bloccare Pirlo è sempre stato uno dei suoi pallini. Ai tempi usava Stankovic. Oggi si vedrà. «A parte Pogba, Pirlo è stato il miglior acquisto degli ultimi anni: ha dato un equilibrio straordinario. Eccezionale nell'impostare il gioco».

Poi c'è il Tevez che non ha mai segnato ai nerazzurri. Appunto. «Carlitos è imprevedibile, lotta contro chiunque, anche se non è molto alto sa farsi valere contro le stazze forti». E bisogna fermarlo.

E qui non è chiaro se Mancini saprà rispondere sul campo.

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