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Gross profana il tempio davanti a "dio" Hirscher

A 28 anni Stefano domina lo slalom nella classica di Adelboden. Prima vittoria per lui: battuto di 3 centesimi il fuoriclasse austriaco

Stefano Gross
Stefano Gross

Eccola la ciliegina che mancava alla torta. Lo ha detto proprio lui, l'uomo che ha regalato all'Italia dello sci la vittoria attesa da oltre un anno, un anno ricco di incoraggianti podi, di qualifiche in massa, di piazzamenti… Ma visto che lo sport agonistico è fatto per esaltare soprattutto i vincitori, al nostro sci mancava sempre qualcosa. Mancavano la grinta e la rabbia agonistica di Stefano Gross, che ieri nel tempio di Adelboden massacrato da pioggia, neve, nebbia e chi più ne ha più ne metta, ha trionfato nello slalom davanti a Fritz Dopfer e Marcel Hirscher, sì, proprio lui, il Dio dello sci, l'imbattibile austriaco già in fuga in coppa del mondo, battuto per 3 miserissimi centesimi. Il secondo? Due centesimi dietro a "Sabo", che nonostante tutto si sente ancora in credito con la fortuna, visto che a Sochi, nello slalom olimpico dello scorso febbraio, perse la medaglia di bronzo per 5 centesimi. «Quella gara era La Gara, mi avrebbe davvero cambiato la vita e la carriera, non tornerà più, ma ora mi godo questa e il fatto che qui con me ci fossero anche i miei genitori, dopo tutti i problemi dello scorso anno (il padre era stato molto male, ndr), ha reso tutto ancora più bello». Forse una vittoria in coppa non cambierà la vita del fassano di 28 anni, ma certo questo 11 gennaio resterà per sempre impresso nella sua memoria fina di cacciatore. «Era dal 2012, dall'inverno dei tre podi in coppa da quasi sconosciuto, che aspettavo questo momento». Per forza! Quando sei lì vicino e quindi sai di poter vincere non pensi più ad altro, specialmente se in allenamento sei sempre velocissimo e se ogni allenatore ti dice che sei bravo e non hai nulla da invidiare ai migliori.

Gross in squadra è un punto di riferimento sicuro e affidabile, è anche grazie a lui e alla sua totale dedizione se oggi abbiamo una squadra di slalom così forte, sì, perché ieri oltre al primo posto l'Italia si è presa anche il quarto con un fantastico Giuliano Razzoli. Al via con il numero 24 su una pista già molto rovinata, l'emiliano ha mostrato ancora una volta di aver fatto progressi tecnici quasi incredibili per un trentenne che ha iniziato ad allenarsi solo a novembre, dopo un'estate tribolata per un'infiammazione al tendine rotuleo. «In effetti questa cosa mi confonde un po', ma lo sci è strano, perché a volte fai tutto bene e non vai e non sai perché, altre invece ti senti perso e all'improvviso invece trovi il feeling giusto e tutto fila liscio. Credo di avere ancora margini, l'obiettivo è sempre uno, vincere!...». E poi: «Questa pista non mi aveva mai sorriso, poche volte ero arrivato al muro finale per farmi vedere dai miei tifosi che anche stavolta non mi hanno abbandonato, sono davvero felice di averli fatti divertire…».

Ieri la gara per l'Italia avrebbe potuto finire ancora meglio, perché dopo la prima manche il più vicino al podio era Patrick Thaler, 2° e staccato di soli 10/100 dal tedesco Dopfer. Alle ore 14, quando al via c'erano ancora solo loro due, Thaler e Dopfer, con Gross al parterre al comando, una certezza c'era già: uno dei tre avrebbe vinto per la prima volta in coppa del mondo.

Purtroppo Thaler è uscito, per fortuna il tedesco si è irrigidito e ha lasciato per strada un secondo e un centesimo, a esultare così è stato Gross, risalito dal quinto posto con una manche rabbiosa e perfetta.

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