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Conte cerca il pass tra lusinghe e cattivi pensieri

"Rinnovare il contratto? Mi fa piacere, ma è presto". E il ct lotta con i club, i pochi italiani e le tentazioni

Conte cerca il pass tra lusinghe e cattivi pensieri

Dare un calcio ai cattivi pensieri staccando il pass per gli Europei già nella «trappola» di Baku. Antonio Conte è sempre più inquieto nel ruolo di ct: i rapporti complicati con i club (ma doveva aspettarselo, da allenatore non era altrettanto disponibile con l'allora selezionatore azzurro), l'assenza di materiale umano (solo 189 gli italiani impiegati in A, du cui 76 da titolari, il 42,8 per cento dei giocatori finora utilizzati, ), le sirene di panchine di livello (Roma in pole, la vedova dell'ex presidente giallorosso Franco Sensi lo vedrebbe bene a Trigoria) e l'ombra del processo sul calcioscommesse - da allontanare prima dell'appuntamento francese - sono tutti elementi di «disturbo». Archiviare la pratica già oggi contro l'Azerbaigian eviterebbe spiacevoli strascichi a Roma martedì prossimo. «Voglio un'Italia determinata: dobbiamo ottenere subito la qualificazione, perchè cercarla all'ultima partita è sempre pericoloso», il messaggio del nostro ct. Supportato da Buffon: «Dobbiamo uscire dal campo senza rimpianti».

Cominciare a chiudere il cerchio dell'operazione rinascita, nata nell'estate 2014 dopo la debacle mondiale, è l'obiettivo primario al di là dei 500mila euro di bonus che finiranno nelle tasche di Conte per la qualificazione a Francia 2016. Al terzo posto nel girone - e ai conseguenti spareggi di novembre - la truppa azzurra non intende nemmeno pensare. Così come Conte non pensa al rinnovo del contratto che resta ipotesi remota nonostante il pressing di Tavecchio. «Siamo in un paese libero e ciascuno fa le sue scelte: abbiamo impostato il nostro rapporto sullo stile, la classe, la cortesia. Se Conte vuole restare, è una scelta ben accetta», così da Baku il presidente Figc che vorrebbe blindarlo con un biennale, ma un'offerta vera e propria al ct non è mai arrivata. «Il contratto? Fanno piacere questi attestati di stima, evidentemente hanno visto la passione del mio lavoro - ha detto ieri il ct - ma ora non penso a questo. La priorità è qualificarci, ed è una priorità assoluta. Poi la priorità sarà giocare un bell'Europeo. Ci sarà il momento di parlarne». La sensazione è che si andrà in Francia senza accordo, con un divorzio probabile al termine dell'avventura, qualunque sia l'esito.

Intanto c'è da fare il primo passo, ovvero conquistare il pass: servono tre punti nelle ultime due sfide con Azerbaigian e Norvegia, meglio sarebbe farne sei perchè assicurerebbero agli azzurri un posto tra le teste di serie al sorteggio di Parigi del 12 dicembre. E a Baku, dove tredici anni fa iniziò la sua avventura in azzurro, non sarà in campo Andrea Pirlo. Lo annuncia lo stesso Conte: lieve contrattura a un adduttore nell'allenamento di ieri mattina. Giocherà Verratti, con la speranza di rivedere il centrocampista del New York City con la Norvegia.

Accantonato temporaneamente il tridente, contro gli azeri (sconfitti nell'unico precedente del settembre 2002 ma ora più temibili grazie all'arrivo in panchina dell'ex fuoriclasse croato Prosinecki, imbattuto da 4 partite) Conte proporrà un 4-4-2, il modulo alternativo individuato dal ct. Un modulo che dovrebbe mettere in difficoltà gli avversari. Persi Berardi e Insigne - tornati a casa con il malumore del ct - i prescelti saranno Pellè ed Eder. E in un'Italia che riscopre il fascino delle ali, spazio a due tra Candreva, Florenzi ed El Shaarawy. In difesa il solito blocco juventino caro a Conte. Che chiude la conferenza di Baku con simpatico siparietto: il traduttore azero ricorda come l'Italia sia imbattuta da 48 gare di qualificazione, il ct reagisce facendo gli scongiuri ma sorridendo. Sorrisi che vorrebbe mostrare stasera..

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