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Inter da record: 16° ko. Mai nella sua storia

I nerazzurri chiudono la stagione nel peggiore dei modi. L'Udinese fa vedere la "manita" a San Siro. I friulani vanno in Europa

Inter da record: 16° ko. Mai nella sua storia

L'Inter non ce l'ha fatta e ha fallito anche l'ottavo posto in classifica, ultimo obiettivo possibile in stagione. Si guadagna i preliminari di coppa Italia. Comunque grandi attenuanti: ne mancavano una quindicina, l'ultimo è stato Cassano che si è spaccato la mano in allenamento, già operato, voleva giocare a tutti i costi, Strama è riuscito a convincerlo a starsene a casa. Poi sarebbe stata una mazzata per chiunque il gol di Pinzi dopo quaranta secondi. Non si può neppure dire se fosse meritato, fino a quel punto avevano toccato la palla tre o quattro giocatori in tutto. Di sicuro Juan Jesus ha messo forti dubbi nella testa di molti. Ha sfagiolato come poche altre volte, prima ha dormito, poi ha sbagliato il rinvio, quindi è stato sfortunato sul rimpallo. È proprio una stagione così, Pinzi era da quelle parti e ne ha approfittato, tutto qui, 53esimo gol subito, proprio come quanti ne aveva segnati fino a quel momento. La partita comunque è stata divertente, colpi di tacco, numeri, spettacolo, salvataggi sulla riga, pali e gol, una fiera.

Strama le ha proprio tentate tutte, è partito con la difesa a tre con Cambiasso in mezzo a Juan Jesus e Pasa, tutti mancini. A metà primo tempo è passato a quattro con Pereira e Nagatomo esterni e Cambiasso a centrocampo, nel secondo tempo, sull'1-4 ha tolto Alvarez, leggermente imbastito, e inserito Palacio fuori dal 3 aprile con la Sampdoria, lesione di secondo grado al bicipite sinistro. Insomma di più non poteva proprio fare. Emozioni a raffica, poco dopo la mezz'ora Guarin ha tentato di far fuori Brkic ma è riuscito solo a fargli uscire sangue dal naso. A venti minuti dalla fine si era sul 2-5, nuovo record stagionale, cinque non li aveva ancora presi. Sedici sconfitte sono l'altro record difficilmente eguagliabile in futuro. Comunque basta con il teatrino, il ds Piero Ausilio, pochi minuti prima del fischio aveva parlato del futuro della panchina del club: «Abbiamo un allenatore che ha un contratto fino al 2015 e si chiama Andrea Stramaccioni. Le voci su Mazzarri danno fastidio così come tutte quelle di quest'anno».

Nessuna voce, solo fatti a documentare la stagione. Tutti aspettavano il presidente Massimo Moratti per capirne di più, la partita è iniziata addirittura con quattro minuti di ritardo come se anche Mazzoleni fosse d'accordo di aspettarlo. Niente, ufficialmente il compleanno della figlia Carlotta lo ha tenuto lontano da San Siro, gesto meritorio. In tribuna sola e composta, la signora Bedy, un vero mito, si è sorbita in silenzio la contestazione della Nord che ha ribadito di non essere affatto soddisfatta di questa stagione: «Morale - c'era scritto su un lenzuolo lungo tutta la curva -: vogliamo una società seria con un progetto serio! Non siamo più disposti ad accettare un altro anno buttato così...».

Complimenti all'Udinese, società da studiare e copiare, esempio non solo italiano di un calcio senza red carpet ma solido e vincente. Ottava vittoria di fila e si riprende l'Europa, ne ha giocate tante anche lei quest'anno, è partita dai preliminari Champions, è uscita per un rigore calciato a cucchiaio. Ne ha passate tante ma ha chiuso la stagione con tanta dignità e probabilmente con un organico inferiore a quello dei suoi avversari di ieri sera.

Comunque con il Catania ormai irraggiungibile, l'Inter ha un po' mollato, questo occorre dirlo, ha fatto bene il presidente a godersi una serata di festa a casa, fra i suoi cari.

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