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La testa di Samuel salva l'Inter dai piedi di piombo

I nerazzurri vincono di misura col Sassuolo. Mazzarri accontentato: gli bastava soltanto vincere. Per Hernanes debutto evanescente. Palacio uomo assist

La testa di Samuel salva l'Inter dai piedi di piombo

Ci voleva la testa d'oro di Walter Samuel per riscattare la compagnia dei piedi di piombo. Il “Muro” non segnava dal derby di andata ai tempi di Stramaccioni, un'eternità. Basta vincere, aveva chiesto Mazzarri. E l'Inter ha ubbidito: primo successo del 2014, un golletto (il terzo consecutivo realizzato da un difensore) soltanto a non smentire l'avarizia degli ultimi tempi, qualche altro sprecato. Palacio eccellente uomo assist, Milito ancora cigolante, Hernanes dalla mira cileccante e l'inclinazione al piumino più che al solido regista. Ma l'Inter ricomincia da qui e continua a non perdere a San Siro. Non è tanto, ma visti i tempi….

E dire che, per trequarti d'ora, le scaramanzie ripescate da Mazzarri (allenamento e conferenza stampa a San Siro, merendina del pomeriggio a Milano) non hanno trovato terreno fertile. San Siro semivuoto e non proprio entusiasta di vedersi uno scontro da acqua alla gola, striscioni contro dirigenza e Moratti(“Branca a tempo indeterminato:solito colpo di genio di chi in braghe di tela ci ha lasciato”), insomma desolazione che il campo non ha risollevato per almeno metà primo tempo. La rivoluzione sbandierata dai soliti bontemponi si è fermata all'inserimento di Hernanes e al modulo a due punte. Guarin, ben accolto dal pubblico, ha cercato di scatenare i suoi istinti calcistici repressi provocando discreto scompiglio nella difesa del Sassuolo, ma poi tutto pareva sciogliersi nell'acqua o svanire in una bolla.

Hernanes ha cercato di prendere confidenza con San Siro, e con il nuovo pubblico, provandosi dopo 13 secondi in un lancio in dolce stil Suarez: miseramente finito sui piedi di un avversario. Luisito era di altro pianeta calcistico. Poi il Profeta ci ha provato con uno sventolone da fuori area, nessuno ad impedirgli la vista ma mira da revisione delle diottrie. Insomma anche il brasiliano, fortemente voluto da Mazzarri, deve aver avuto qualche attimo di sconforto e chissà non abbia rimpianto la Lazio almeno fin quando Palacio e Milito non hanno ingranato la marcia in più. Fino a quel momento, a 15' dalla fine del primo tempo, il Sassuolo se l'era passata niente male: qualche sventola di Guarin, qualche tremore ma tutto facile nel gioco del centrocampo dove l'Inter ha continuato ad appoggiarsi sulla lentezza di Kuzmanovic ,che però ha il pregio di aiutare la difesa più di Cambiasso.

Berardi non ha pescato la difesa nerazzurra nelle classiche topiche, ma dopo 31 minuti ha infilato una punizione che valeva il gol se Handanovic non si fosse stirato nella lunghezza per andare a deviare. In quel momento la partita era ancora una noia, una macedonia di mediocrità con l'Inter intenta a trovare un filo di gioco e il Sassuolo incapace di innescare i due attaccanti suoi, forse troppo larghi: il miglior colpo di testa in area nerazzurra è stato di Ariaudo, professione stopper.
Poi la luce si è accesa quando la gente di Malesani si è distratta un po', forse si è fatta spavalda, Bianco il terzino di fascia ha cominciato a sbarellare brutalmente e i nerazzurri hanno trovato i corridoi del contropiede: due volte Palacio è filato come un freccia rossa sulle corsie laterali e due volte ha servito l'occasione che Milito ha brutalmente fallito, facendo rimediare gran figure al portiere Pegolo. Potevano essere due gol (un altro il Principe se l'è mangiato nella ripresa prima di uscire) ed invece il terzo della serie se l'è mangiato Palacio, quando Pegolo è caduto nel primo sbuffo della sua partita, con una uscita a vuoto, e l'argentino ha ciccato la palla. Ma quel quarto d'ora di fuoco deve aver risollevato l'animo di tutta la compagnia se, ad inizio ripresa, Samuel ha sventolato la testa sul primo cross dal corner, affogato il solito Bianco e pescato il gol scaccia incubi. Un'Inter che nel complesso ha rischiato poco ma che poi è tornata a servire il solito brodino, però con brio. Si è mangiata occasioni, Hernanes ne ha buttata una, Botta e Guarin altre due, Palacio ha fatto diventar matti i difensori del Sassuolo ma non li ha puniti.

La rivoluzione sarà per un'altra volta.

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