Sport

Addio Coluna la mente del Benfica

Addio Coluna la mente del Benfica

Due mesi dopo Eusebio, se ne va l'altra leggenda del grande Benfica, il suo capitano Mario Coluna, l'alter ego della Pantera nera. Se Eusebio era il braccio, Coluna era la mente di quella squadra che dominò la scena negli anni Sessanta e fu l'anima del Portogallo che arrivò fino alle semifinali ai Mondiali inglesi del '66. Mario Esteves Coluna è morto a 78 anni, vittima di un'infezione polmonare a Maputo, in Mozambico, il suo Paese d'origine che per secoli è stato colonia portoghese. Mozambicano anche lui come Eusebio, e non fu un caso che quando la Pantera nera partì per Lisbona venne affidato proprio alla tutela di Mario che già era il capitano di quel Benfica in cui approdò nel 1954 e in cui avrebbe giocato ben 677 partite di campionato, segnando 150 gol e vincendo 10 campionati, prima di chiudere la carriera in Francia nel Lione.
Coluna era l'anima ma soprattutto il regista, l'uomo che dettava i tempi a centrocampo e faceva partire il lancio decisivo per Eusebio come per Torres o per Simoes. Coluna col Benfica sollevò due coppe dei Campioni nel '61 (interrompendo la quinquennale egemonia del Real) e nel '62, poi le squadre italiane impararono a conoscerlo bene, avversario prima del Milan nella finale di Wembley del '63 (dove venne azzoppato da uno scontro con Pivatelli, dopo che per tutto il primo tempo era stato l'uomo chiave del provvisorio vantaggio portoghese), poi dell'Inter in quella sotto il diluvio di San Siro nel '65.
Mario Coluna ha vestito 57 volte la maglia della Nazionale portoghese, di cui fu anche capitano, ed era soprannominato “Monstro sagrado“, ovvero il Mostro sacro del calcio lusitano. Finito di giocare, è tornato in Mozambico dove è stato presidente della federcalcio e soprattutto ministro dello Sport.

Ma a Lisbona è rimasta la sua leggenda.

Commenti