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Addio a G.B. Fabbri: lanciò Paolo Rossi in attacco

Allenatore di Bologna, Spal e diversi altri club, con il Vicenza ottenne uno storico secondo posto alle spalle della Juventus. Scoprì Rossi come centravanti

G.B. Fabbri con Paolo Rossi nel Vicenza (Wikipedia)
G.B. Fabbri con Paolo Rossi nel Vicenza (Wikipedia)

I più giovani non lo conoscevano ma Giovan Battista Fabbri è stato un grande allenatore del calcio italiano. Fu lui a scoprire un certo Paolo Rossi, l'uomo che coi suoi gol trascinò l'Italia a vincere il Mondiale in Spagna nel 1982. G.B. Fabbri è morto all'età di 89 anni. A dare la notizia è il Vicenza sul proprio sito: "Ieri notte è mancato un pezzo della nostra storia". Era stato il tecnico del "Lanerossi" degli anni d’oro, quello che raggiunse la promozione in serie A nel 1976-1977, l’anno successivo il secondo posto nella massima categoria con Rossi capocannoniere e nel 1978-1979 la prima partecipazione alle coppe europee, in Coppa Uefa. "Vicenza Calcio - si legge sul sito del club - piange la scomparsa di G.B. Fabbri, che consacrò al calcio italiano un giocatore rivelazione come Paolo Rossi. Alla sua persona e a quella squadra da lui plasmata, riconosciuta da tutti come Real Vicenza, sono legate le pagine più intense del nostro cammino calcistico".

Una vita passata nel mondo del calcio (giocò e allenò in 48 campionati ufficiali, dal 1945 al 1993), Fabbri era nato a San Pietro in Casale (Bologna) l’8 marzo 1926. Da calciatore giocò nella Centese (serie C) tra il 1945 e il 1947, poi al Modena, nel Messina, Spal e Varese: 61 presenze e 8 reti in Serie A, 140 e 13 reti in B. Come allenatore fece il suo esordio a Varese, poi le giovanili del Torino, quindi Spal, Livorno e Piacenza. Nel 1976 fu ingaggiato dal presidente del Lanerossi Vicenza
Giuseppe Farina. In Veneto Fabbri ottiene il rilancio personale, potendo contare anche su un giovane attaccante toscano. Proprio a Fabbri è attribuita l’intuizione di avere spostato il futuro "Pablito" dal ruolo di ala destra a quello di centravanti a causa della mancanza di attaccanti. Con il Lanerossi conquistò nell’arco di due anni una promozione in Serie A e quindi nel 1977-1978 uno storico secondo posto nella massima serie alle spalle della Juventus. Al termine di quella stagione Fabbri vinse il prestigioso riconoscimento del Seminatore d’Oro come migliore allenatore italiano dell’anno. Di quella meravigliosa avventura in serie A ebbe a raccontare un aneddoto interessante: "Ebbi l'onore che Gianni Brera venne in spogliatoio a congratularsi e disse: Veramente, non avrei mai creduto che una squadra di provincia giocasse al calcio come ha giocato il Lanerossi Vicenza"

Sedette poi sulle panchine poi di Ascoli, Cesena, Catania, Reggiana, Catanzaro, Foggia, Bologna, Venezia-Mestre. Concluse la carriera di allenatore sulla panchina della Spal, ma la sua attività proseguì fino fino al 1999 con il Club Italia, la squadra federale dei Campioni del Mondo del 1982, per un totale di 57 lunghi anni tra campo e panchina.

"G.B. Fabbri era un grande - commenta con vivva emozione Paolo Rossi - È stata una persona fondamentale per la mia carriera, e per me era come un padre, sotto tutti i punti di vista. Gli volevo bene. Fabbri è stato quello che mi ha scoperto dal punto di vista tecnico - dice ancora l’eroe dei Mondiali 1982 - cambiandomi ruolo e vedendo in me qualcosa di diverso, e doti che altri non avevano visto. Fu lui che mi trasformò da ala in centravanti, e i fatti gli diedero ragione". Ma Rossi tiene a ricordare anche il Fabbri uomo: "Era una persona squisita - dice - e ricordo che a Vicenza mi aiutò in tutto e per tutto. A volte mi invitava a mangiare a casa sua, e ci siamo frequentati anche quando ho smesso di giocare. Il nostro era un rapporto quasi come tra padre e figlio e tra noi c’era un affetto forte". L’ultimo ricordo del suo ex allenatore è una considerazione squisitamente tecnica: "Al Vicenza fu un precursore. Erano gli anni in cui si parlava di calcio totale, e lui ci faceva giocare in quel modo, un calcio tecnico in cui voleva che tutti partecipassero all’azione.

È stato fra quelli che ha cambiato l’immagine del calcio all’italiana sparagnino".

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