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Agnelli riporta l'Italia nell'Europa che conta

Il presidente della Juve alla guida dei club europei. E sarà nell'esecutivo Uefa: è una vittoria personale

Agnelli riporta l'Italia nell'Europa che conta

Duecento ventidue club europei, in rappresentanza di cinquanta tre Paesi hanno eletto Andrea Agnelli loro presidente. Presidente dell'Eca, l'associazione dei club europei. Se l'Uefa tutela le federazioni nazionali, ricoprendo un ruolo istituzionale e storico, così come la Fifa, l'obiettivo dell'Eca è quello più dinamico e moderno, un progetto che studia e gestisce le strategie commerciali e politiche dei club più importanti del vecchio continente.

Una vittoria del calcio italiano? Meglio, una vittoria personale del presidente della Juventus, già diverso nel panorama nazionale, un dirigente che negli ultimi sette anni, al di là dei risultati ottenuti dalla squadra, ha portato il club, in affanno evidente dopo calciopoli e la successiva insana gestione contabile e tecnica, a ricostruire e consolidare la propria posizione finanziaria, a rinfrescarne l'immagine, a inserirsi in un circuito internazionale, a lanciare un nuovo logo, all'apertura di una nuova sede sociale e a una serie di investimenti che hanno trasformato la Juventus in una azienda unica sul mercato italiano e nel gruppo dei migliori club europei. La presidenza dell'Eca, dunque, in un board composto da Real Madrid, Ajax, legia Varsavia e Helsinki, è l'inizio di una nuova epoca dopo il mandato di Karl Heinz Rummenigge, la cui esperienza, da calciatore prima e da massimo dirigente del Bayern di Monaco, ha contribuito alla creazione e alla definizione di questa nuova realtà organizzativa e commerciale.

Andrea Agnelli occuperà un ruolo nell'esecutivo Uefa, conoscendo la sua filosofia non sarà di semplice rappresentanza come è stato per altri personaggi del nostro calcio, più portati alla presenza che alle riforme normative e allo sviluppo di un mondo ancora legato a vecchi schemi, dai diritti televisivi alla distribuzione dei proventi, al marketing. L'elezione di Agnelli ha tuttavia provocato, nella discarica dei social nostrani (ma anche su alcuni siti dei media) reazioni e commenti ambigui. In prima battuta si ritiene che con l'incarico di maggiore prestigio finalmente la Juventus potrà vincere la champions, ignorando, tuttavia, che nei nove anni di reggenza Rummenigge il Bayern ha conquistato 1 sola finale venendo eliminata altre volte con arbitraggi disastrosi.

Poi c'è la vicenda legata alle infiltrazioni criminali nella vendita dei biglietti dello Stadium e Agnelli sarà chiamato al verdetto. Qualcuno ha già emesso la sentenza ma, nell'eventualità di una squalifica, Agnelli non perderà il suo ruolo nell'Eca e all'interno dell'Uefa. Semmai è la federcalcio a doversi esprimere in merito. Il risultato di ieri a Ginevra finisce in seconda linea, considerata l'urgenza della nazionale azzurra e il pericolo dell'apocalisse. Meglio così, potrebbe aver pensato Agnelli, meno si parla più si lavora.

E si vince.

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