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Allegri da Champions: «Scudetto traguardo limitato»

Dybala è nella lista dei convocati. Non essendo reduce da infortunio, tutto nella norma. Semmai, era stato Allegri a scherzare (è ancora possibile, persino nel calcio) ipotizzando di non portarlo nemmeno a Palermo per evitare polemiche. Dopo di che, resta da capire se stasera la Joya comincerà dal primo minuto: quel che più interessa al popolo bianconero è però centrare la quarta vittoria di fila perché, per dirla ancora con Allegri, «dobbiamo evitare di rimanere nel limbo del quinto o sesto posto. Non dobbiamo abbassare l'attenzione: c'è da dare continuità alle ultime tre vittorie in modo da trovarci ancora più in alto alla sosta di Natale». Quanto a Dybala (tre stagioni in Sicilia: bilancio di 93 presenze e 21 reti), pare giocarsela (da favorito) con Morata: Mandzukic ha recuperato dal fastidio muscolare e anche ieri è stato coccolato dal tecnico bianconero, al quale evidentemente piacciono il lavoro sporco garantitogli dal croato e il fiuto del gol sotto porta. Non che Morata (già decisivo al Barbera lo scorso 14 marzo) non ce l'abbia, però «abbiamo quattro attaccanti importanti e io in genere non posso schierarne più di due, a meno che non chieda una deroga per giocare in dodici. Nell'arco della stagione ci sono 50 partite, è impensabile che giochino sempre gli stessi. Le capacità di Alvaro sono grandi, ma in questo momento Mandzukic ci garantisce quello di cui la squadra ha bisogno. Ovvio comunque che Morata non rimarrà tutto l'anno in panchina». Si va insomma verso il 3-5-2, con Sturaro, Marchisio e Pogba in mezzo al campo, Cuadrado e uno tra Evra e Alex Sandro sulla sinistra.Di polemiche, in casa Allegri, non se ne ha mai voglia: avanti con serenità, senza prendersela per le esternazioni di Zamparini («va preso per quello che è, in modo scherzoso») né per la conta degli infortunati, secondo lui nella norma. Il pensiero è rivolto solo a migliorare, per giocarsela davvero in Europa: «Non mi piace rimanere circoscritto al campionato italiano. Il nostro obiettivo non è soltanto vincere lo scudetto o arrivare nei primi tre posti: sarebbe un traguardo piuttosto limitato».

Si vuole volare altissimo, ecco.

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