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Allegri ingrana la quarta: "Io non sono sotto esame"

Allegri ingrana la quarta: "Io non sono sotto esame"

È solo il primo giorno di campionato e sembra di essere invece alla fine del primo quadrimestre. Prendete il Milan alle prese con la qualificazione di Champions in bilico e con il debutto questo pomeriggio a Verona (stadio esaurito, finalmente un po' d'entusiasmo da qualche parte) in un clima surriscaldato anche dal sindaco Tosi che attribuisce a Balotelli la responsabilità dei buuh razzisti. Con Mario che twitta: «Veronesi, vi presento un bresciano», in riferimento alla rivalità calcistica tra le due città, fatto seguire da uno sdrammatizzante «Applaudite pure ... ;-)» con strizzata d'occhio.
Galderisi, che a Verona è di casa, manda un avvertimento: «Per il Milan Verona è il peggior campo per iniziare il campionato». Eppure Allegri e i suoi boys devono far finta di niente, prima di mettere alcuni puntini sulle i di questo avvelenato agosto calcistico-politico italiano. «A Tosi deve rispondere un sindaco, io dico solo che Balotelli non è il problema del razzismo ma la cultura» la prima replica in punta di fioretto.
Non è il caso di usare la clava. Perché anche Mario e tutti gli altri della compagnia rossonera «devono pensare solo a giocare, al resto provvede la società» l'avvertimento del livornese. E in questo caso il sostantivo «resto» comprende anche la materia incandescente del calcio-mercato specie per i pittoreschi veti fiorentini su Ljalic rossonero come se in quel club avessero unilateralmente abolito la firma consensuale del calciatore che lascia al medesimo la libertà di scegliersi la destinazione finale.

È solo il primo giorno del quarto anno di Allegri sulla panchina rossonera e si continua a parlare di esami, di rischi, retaggio di un giugno mattocchio durante il quale qualcuno ha messo il livornese sulla panchina della Roma e adesso prova fastidio a ritrovarselo su quella del Milan. «Non sono sotto esame» continua a ripetere l'interessato ma è bene che sull'argomento tiri dritto come il patriota Sciesa se vuole affrancarsi da questo duello con il gossip calcistico. Anche perché il Verona al debutto, la bolgia del Bentegodi stadio fatale ai colori, non costituiscono l'unico ostacolo da saltare. C'è anche un clima odioso per via della questione Berlusconi cui Allegri rivolge un tenerissimo pensiero («l'ho sentito più volte in questi giorni, sta attraversando un periodo molto difficile, speriamo di renderlo felice con qualche risultato»). Senza Boateng rimasto a casa, con De Sciglio e Robinho appena recuperati, e con un ragazzino come alternativa in attacco (Petagna), non è propriamente una impresa semplice semplice. Perciò è il caso di puntare sulla conoscenza del modulo recente (il 4-3-3) nella speranza che Abbiati, Balotelli e il redivivo El Shaarawy facciano tutto il resto. Qui inteso come risultato per smentire un'altra tradizione sfavorevole.

E cioè le false partenze di Allegri alla guida del Milan e del Cagliari.

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