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Allegri predica serenità ma la Juve ritrova Jesus, il giustiziere bianconero

Il tecnico portoghese con il Benfica eliminò la Signora in semifinale di Europa League

Allegri predica serenità ma la Juve ritrova Jesus, il giustiziere bianconero

C'è un fantasma portoghese che agita la Signora in Europa. Come se non bastasse l'aria di crisi creata dalla sconfitta con la Lazio e dai cinque punti di svantaggio sul Napoli in campionato. Il fantasma in questione è una vecchia conoscenza dalle parti di Torino: si chiama Jorge Jesus e ha già fatto piangere la Juventus tre anni fa. Allora l'allenatore dello Sporting Lisbona sedeva sulla panchina del Benfica e incrociò i bianconeri, guidati da Antonio Conte, in semifinale di Europa League. In Portogallo Buffon e compagni vennero sconfitti due a uno e al ritorno non riuscirono a ribaltare lo svantaggio impattando con un incolore zero a zero. Eliminazione resa ancor più bruciante dal fatto che la Signora avrebbe giocato in casa la finale, nell'allora Juventus Stadium. Occasione unica per il club bianconero, ma sprecata: macchia indelebile nel triennio contiano. Jesus non alzò neppure lui quella coppa e ancora oggi, nonostante il record di titoli vinti in patria, coltiva il sogno di vincere un trofeo continentale: «Mi manca qualcosa».

Difficile che possa colmare il vuoto con la Champions, ma proverà a eliminare la Juventus che approccia il doppio confronto con lo Sporting proprio come un turno a eliminazione diretta. La qualificazione agli ottavi passa da qui: novanta minuti stasera allo Stadium, altrettanti martedì 31 in Portogallo. «Come se fosse un sedicesimo di finale», ha detto ieri Chiellini. Come erano una volta le competizioni europee, insomma. «La matematica - spiega Allegri - dice che se vinceremo le prossime due gare saremo agli ottavi, altrimenti dovremmo aspettare di sfidare Barcellona e Olympiacos». Affrontarli con il passaggio significherebbe: meno tensioni, meno paranoie e testa sul campionato.

In ogni caso, Allegri non fa drammi. «Nessuna crisi, solo qualche mancanza sulla quale lavorare. Dobbiamo imparare a gestire al meglio gli imprevisti». Tutto qui. Serenamente. «In campionato c'è tutto il tempo per recuperare. Deve regnare l'equilibrio, sempre. Non possiamo deprimerci. Ci sarà grande suspance finale, quando arriveranno tanti scontri diretti. Le ultime cinque partite della stagione saranno fondamentali: mi diverto già al solo pensiero».

Sfida lanciata, insomma. E nessun dramma nemmeno su Dybala: «Avere sbagliato due volte dal dischetto lo fortificherà. Il nostro rigorista rimane lui. Dopo le prime giornate era stato paragonato a Messi mentre ora lo si critica troppo: la realtà è che siamo di fronte un giocatore straordinario in crescita». Peraltro, la Joya non segna in Europa dallo scorso 11 aprile: magari stasera si sbloccherà. Tutto serve, per recuperare morale e fiducia. Così come servirà il ritorno di Pjanic: con il bosniaco è un'altra Juve, visto che i gol fatti quasi raddoppiano e le vittorie aumentano (71% contro 50).

Bentornato, insomma: un talismano per esorcizzare il fantasma Jesus.

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