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Allegri si affida a Morata per tornare a essere Juve

Il tecnico: "Chiacchiere che non abbiamo più fame, falso che siamo in crisi. Ma le ultime due trasferte sono state disastrose". Con lo spagnolo, Giovinco

Allegri si affida a Morata per tornare a essere Juve

Le parole stanno a zero, verrebbe da dire. Alla Juventus non resta che vincere, oggi a Empoli contro una neopromossa quart'ultima in classifica. Deve farlo, la Signora, per mettere a tacere «le chiacchiere, che poi diventano chiacchiere da bar, secondo cui questa squadra ha perso la fame che le era propria». Così si è espresso ieri Max Allegri, il quale ha dovuto smaltire in fretta la rabbia per la sconfitta contro il Genoa arrivata mercoledì all'ultimo minuto di recupero. Deve farlo anche se, scendendo in campo già conoscendo il risultato di Napoli-Roma, potrebbe pure non essere costretta a vincere per tornare in testa da sola: siccome però il popolo bianconero è già sufficientemente preoccupato e pure diffidente nei confronti di chi ha preso il posto di Antonio da Lecce («ai paragoni non bado: devo solo lavorare e cercare di raggiungere gli obiettivi», ha ripetuto Allegri), altri mezzi passi falsi rischierebbero di provocare crisi di rigetto pericolose specie perché prossime alla partita di Champions “da dentro o fuori” in programma martedì allo Stadium contro l'Olympiacos.

Avanti, allora. Per tornare a essere la Juve anche lontano da Torino, dove invece le ultime quattro performance hanno fruttato un pareggio (contro il Sassuolo all'epoca ultimo in graduatoria) e tre ko (Madrid, Atene e Genoa). «Avevamo tre punti di vantaggio, ma contro i rossoblù abbiamo perso in modo incredibile. Quando la Juve subisce uno stop si parla sempre di crisi, ma la realtà è che la nostra peggior partita è stata quella casalinga contro il Palermo. Negli ultimi tre incontri abbiamo creato molto, realizzato poco e preso gol nelle pochissime occasioni create dai nostri avversari. Dobbiamo migliorare in tutto e le ultime due trasferte sono state disastrose sul piano dei risultati, ma non c'è nessuna crisi. Cercheremo la vittoria, come sempre».

Cambiando qualcosa di sostanziale, anche. Con Morata titolare per la prima volta in campionato, per esempio: finora lo spagnolo ha iniziato dal primo minuto solo contro l'Olympiacos, sfiorando più volte il gol e venendo fermato nel finale solo da un miracolo di Roberto, poi imitato a Marassi da Perin. Ecco: l'ex giocatore del Real Madrid (207' sul prato, un gol all'attivo contro l'Atalanta) è un po' l'attuale simbolo della Juve di Allegri, certo non bellissima ma nemmeno troppo fortunata. Oggi Mr. 20 milioni guiderà l'attacco e proverà anche a scalzare in maniera più o meno definitiva Llorente dal ruolo di titolare: le ultime uscite gli sono state tutte favorevoli e la freschezza che ha nelle gambe depone a suo favore. «Ha grandissime qualità, ma a Madrid non era sempre titolare e quindi gli va dato tempo. Ha diverse possibilità di giocare, certo. E può farlo anche in coppia con Llorente, magari in corso d'opera: sono due attaccanti compatibili». Difficile succeda oggi dal primo minuto, ma pure questa è una strada che prima o poi sarà percorsa. Quanto a Tevez, «è possibile che non giochi dall'inizio: Giovinco sta bene, Coman molto bene». Allegri non può dirlo apertamente, ma nella testa di (quasi) tutti c'è l'Olympiacos: il problema è che la rete di Antonini ha scoperto i nervi di alcuni e fatto scattare un primo allarme.

Se oggi non arriveranno i tre punti, ne scatterà un altro: nel caso in cui accada, martedì allo Stadium il rischio di farsi bloccare dal terrore di non farcela - cosa che in Champions è già successa più volte - aumenterebbe ancor più.

 

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