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Allegri sminuisce Conte: "Le sue vittorie? Soprattutto merito della Juve"

Allegri senza peli sulla lingua: "Eredità pesante quando arrivai alla Juve? Ero sereno perché credevo che quella squadra avesse tanto da dare, soprattutto in Europa"

Allegri sminuisce Conte: "Le sue vittorie? Soprattutto merito della Juve"

Massimiliano Allegri è carico in vista della prossima stagione. Cardiff, ormai, è solo un lontano ricordo e la Juventus ritenterà l'assalto alla Champions League già dal mese di settembre. Il tecnico livornese, nonostante la sconfitta in finale contro il Real Madrid, ha ottenuto il meritato rinnovo di contratto fino al 30 giugno del 2020 e ai microfoni di Sky Sport, l'ex Milan è tornato sulla finale di Cardiff: "Cosa cambierei della Finale di Cardiff? A fine primo tempo avrei dovuto fare 2 o 3 sostituzioni, ma sarebbe stato impossibile. Dopo il pareggio abbiamo continuato a spingere, è una partita che ci servirà da lezione soprattutto nella gestione degli incontri futuri. Tifosi? C’è stata troppa depressione".

Allegri ha poi parlato della sua lite con Bonucci e dell'esclusione del difensore dalla sfida degli ottavi di finale contro il Porto: "Bonucci? In quel momento particolare era giusto fare così. Ci sono momenti in cui è giusto chiudere un occhio e dei momenti in cui gli occhi vanno tenuti entrambi aperti. Lui aveva sbagliato, avevo sbagliato anche io, infatti mi sono autopunito, ed era giusto che Leo stesse fuori. E’ stata una partita importante e decisiva e se anche avessimo perso dopo avremmo avuto la forza per vincerne altre dieci. Contro il Porto abbiamo giocato bene, poi dopo due giorni Bonucci è rientrato, è importante, straordinario e soprattutto deve capire che sarà il futuro leader dello spogliatoio della Juventus".

Il tecnico toscano ha poi parlato del suo approdo a Torino nell'estate del 2014 al posto di Antonio Conte, a cui ha riservato una stoccata nemmeno troppo velata: "Stavo facendo il trasloco di mia figlia da Milano. Mi arrivò una chiamata strana, era un momento in cui sembrava fossi destinato alla Nazionale. Alle cinque mi chiamano e mi dicono che il presidente mi voleva parlare, poi vidi un messaggio che diceva che Conte si era dimesso e allora capii. Eredità pesante? Ero sereno perché credevo che quella squadra avesse tanto da dare, soprattutto in Europa. Conte fece bene ma quello fu merito di tutti a partire dalla società, difficile che un allenatore faccia tutto da solo.

Ostilità? I tifosi erano giustamente legati a Conte perché lui aveva dato la possibilità di tornare a vincere ed io avevo fatto un’analisi lucida sulla squadra”.

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