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Allegri per la sua strada non smonta la Signora. "Oltre le mie previsioni"

Il tecnico bianconero: "Inter-Juve la più brutta degli ultimi trent'anni. Mi aspettavo di avere 5-6 punti..."

Allegri per la sua strada non smonta la Signora. "Oltre le mie previsioni"

Se Angelina Jolie chiede il divorzio da Brad Pitt, la Juventus (per adesso) non pare volersi separare dal 3-5-2. E va avanti per la propria strada, nonostante la sconfitta contro l'Inter. «Una delle più brutte partite a livello tecnico degli ultimi trent'anni», esagera Allegri. Che stasera ritrova il Cagliari che fu suo, immaginando Buffon e compagni arrabbiati ma comunque con altro atteggiamento rispetto a quello mostrato a San Siro. Nessun dramma, insomma. Ma anche nessun dorma, perché nulla può essere dato per scontato e facilmente raggiungibile: vecchio ritornello, sempre valido a ogni latitudine.

Pacato e tranquillizzante, il Max di ieri a Vinovo. Persino indulgente, a volte. Del resto non è il momento di creare allarmismi: la stagione è appena cominciata, errori ne sono stati commessi e altri se ne commetteranno, ma indietro non si torna e comunque «rifarei anche oggi le scelte che ho fatto domenica». Compreso quindi Mandzukic in campo e Higuain in panchina, con tanti saluti a chi ha storto il naso e a chi lo (ri)storcerà quando dovesse ripetersi la stessa situazione. «Non è pensabile che Higuain e Dybala giochino cinquanta partite a testa e gli altri stiano a guardare». Punto e fine della trasmissione: stasera la Juve in HD dovrebbe però essere riproposta e la Joya andrebbe così a caccia del suo primo gol ufficiale della stagione. «Non è comunque vero che gioca in una posizione diversa rispetto allo scorso anno puntualizza il tecnico -. Magari finora ha tirato un po' meno in porta rispetto al passato, ma tornerà presto a segnare».

Avanti, allora. Con il Pipita, anche: uno che a Napoli scendeva in campo sempre, arrendendosi al turnover solo dieci volte tra il 2013 e il 2015, ma mai l'anno passato. A Torino invece è stato finora utilizzato come se fosse uno dei tanti: una sola presenza da titolare su quattro in campionato (137' sui 360' disponibili), più una in Champions. Ovviamente nessuno ne fa un caso, anche perché le tre reti segnate parlano a suo favore così come la classifica. Che ad Allegri piace: «Tutti speravamo di avere 12 punti dopo le prime quattro giornate, ma ne abbiamo comunque uno in più degli 8 che avremmo meritato: a Roma abbiamo vinto con due tiri in porta, a Milano non meritavamo di perdere. Bisogna sapere guardare il lato positivo delle cose pur se è vero che, battendo l'Inter, avremmo distanziato i nerazzurri di 8 punti e la Roma di 5. Con quattro scontri importanti già giocati, avremmo avuto un piccolo vantaggio per lo scudetto e mandato un segnale forte alla concorrenza». Pace, però, «perché a questo punto pensavo di avere cinque o sei punti: siamo sopra media».

Sincero o no, così è. Nessun nervo scoperto, stavolta. E atteggiamento conciliante, in attesa di vedere la reazione giusta stasera. Quando sarà appunto riproposta la difesa a tre (con Rugani in campo, però) e un centrocampo a cinque dove potrebbe trovare spazio Hernanes, «da non fischiare a prescindere, perché lo scorso anno ci ha dato tanto». Non ci sarà Evra, distorsione al ginocchio sinistro nell'allenamento di ieri.

E Pjanic? Giocherà, ma probabilmente non da playmaker: «Si sta creando un caso che non esiste anche su di lui, perché nella Bosnia e nella Roma di Spalletti giocava nei due di metà campo». Calma e sangue freddo, quindi, perché «se anche avessimo 12 punti, non sarebbero bastati né per vincere lo scudetto né per salvarci. L'obiettivo è sempre lo stesso: arrivare a marzo ed essere competitivi su tutti i fronti. Mantenendo le nostre certezze, 3-5-2 compreso: se una partita giocata male dovesse minare tutte le sicurezze che abbiamo, significherebbe che stiamo sbagliando strada».

Spicciola o no, questa è la filosofia da seguire.

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