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Allegri: "È un'EuroJuve". Ma deve sistemarla da centrocampo in giù

Morata nel 2015 viaggia a ritmi da fenomeno Da Pirlo a Barzagli, quanti dubbi per Dortmund

Allegri e Alvaro Morata
Allegri e Alvaro Morata

Alvaro Morata come Cristiano Ronaldo? Un'idea per bontemponi e tifosi sognatori. Per il momento li accomuna il modo di correre e magari di scattare. Poi, è vero, il ragazzino spagnolo sta crescendo: 9 gol in 10 partite da titolare, media da goleador scarpa d'oro, una rete ogni 133 minuti giocati ed ora cominciano a prendere peso. Nel 2015 siamo arrivati a 5 gol e 4 assist. «Con Chiellini in allenamento è dura, imparo molto da lui», ha raccontato per spiegare i miglioramenti. Volano botte e palloni in allenamento: è sempre stata la miglior regola per crescere. E la scuola Real Madrid lascia l'impronta.

Morata con Carlitos Tevez? Un'idea per sognare. Ora c'è feeling, un modo di intendere tattica e calcio allo stesso modo. Lo dicono i gol al Borussia. La Juve si aggrappa a quei due per pensare in grande, pensare Champions. Meglio passare gli ottavi, ma c'è la voglia di guardare più in là. Allegri ha promosso la coppia a modo suo. E innescato i sogni. Via twitter: «Superato test importante, abbiamo difeso bene e siamo stati concreti davanti: questa #EuroJuve se la gioca con tutti!».

Orgoglio e spregiudicatezza, ma per il momento basta che la squadra se la giochi con il Borussia. E non è detto che sia una serata di gala: 18 marzo, prendere nota. Certamente una serata di gol. Le due difese non hanno il pregio delle saracinesche. Il Borussia subisce medie reti molto più preoccupanti in campionato che in coppa. Ma, l'altra sera, ha fatto vedere pasta molle. La Juve è stata sfortunata per lo scivolone di Chiellini, eppur c'è qualcosa di tremolante là dietro. Klopp ha spiegato di aver studiato il pressing sul Chiello per pescarlo nell'errore. C'è chi ha occhio lungo. Il bello e il brutto della Signora di Champions parte proprio dalla retroguardia che, a Dortmund, dovrà essere blindata per attenuare la baldanza tedesca. Ed anche la prepotenza fisica: la Juve ha sofferto quasi un tempo, poi i tedeschi hanno mollato un po' e il centrocampo juventino si è assestato meglio, sembra un controsenso, quando è uscito Pirlo e c'è stata miglior vigoria fisica con Marchisio al centro e Pereyra in campo. Ci vorrebbe che Pogba fosse meno barocco, se non meno esibizionista, e Vidal meno addormentato.

Detto così, il bello e il brutto della Juve: centrocampo che ansima e talvolta perde personalità, difesa che aspetta con impazienza l'arrivo di rinforzi. Ma Barzagli sarà ancora lui? Attacco che ha trovato due toreador di lingua spagnola e di qualità internazionale. Ora la Juve dovrà preoccuparsi del polpaccio di Pirlo (oggi gli esiti, salta Roma) ma anche di recuperare una forma fisica che, per il momento, la imballa in certi momenti della partita. «A Dortmund sarebbe stata dura anche se avessimo vinto 3-0», ha riassunto Tevez che, invece, ha gambe, fiato e occhio fino sulla strategia di gioco. Morata sembra l'ideale compagno di attacco: sfrutta velocità e effervescenza giovanile. L'Apache ci mette astuzia e cattiveria. I gol in coppia ne sono l'esempio. Anche se Allegri si è lamentato per le reti col contagocce. «Potevamo farne di più». Ma raramente la Signora quest'anno segna più di due reti. In Champions è capitato solo all'Olympiakos, in campionato in 9 partite su 24: poco più di un terzo. Invece al Borussia basterà segnare una rete per rispedirla nel mal di Champions. L'ottimismo rischia di essere idea da sprovveduti.

Mentre il razzismo, sventolato da una tribuna dello Juventus stadium, ha fatto imbufalire il mondo del web. Uno striscione scritto in tedesco diceva: «L'amico del mio nemico è mio nemico» ed era posizionato dietro a due striscioni contro “Catania m.... e Napoli colera“ città gemellate a Dortmund.

E avanti con il fair play all'italiana.

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