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Alonso, lo spacca team eroe dei due mondi

Incompreso in F1 per il carattere rude, si è preso la rivincita e punta alla storia

Alonso, lo spacca team eroe dei due mondi

Poco più di un anno fa, Fernando Alonso aveva perso la seria occasione di lottare per vincere la 500 Miglia di Indianapolis. Poco più di 4 anni fa, dopo esaltazioni e delusioni, dopo frasi talvolta troppo schiette e pesanti rivolte alla squadra, aveva incassato il prego quella è la porta da parte della Ferrari disposta a rinunciare al suo talento pur di ritrovare un po' di serenità dialettica. Poco meno di 10 anni fa, Fernando era finito nel tritacarne del crashgate, la gara da lui vinta con la Renault a Singapore dopo che il compagno Nelsinho Piquet era andato a sbattere per poi rivelare, un anno dopo, che a spingerlo all'incidente era stato il team per avvantaggiare lo spagnolo. Poco meno di 11 anni fa, Fernando era da pochi mesi arrivato alla McLaren-Mercedes quando si era ritrovato al centro della spy story Ferrari-McLaren, questione di segreti italiani rubati dagli inglesi. Poco meno di 13 anni fa, Fernando aveva conquistato il secondo e ultimo mondiale, dopodiché solo qualche vittoria di percorso, qualche sorriso con la Ferrari e le delusioni rese acuminate dagli ultimi 4 anni senza successi con la McLaren.

Poco meno di un giorno fa, Fernando Alonso ha vinto la 24 Ore di Le Mans. Redenzione del reietto dei motori, purificazione dell'incompreso della F1, dell'immenso talento con la fama di spacca spogliatoio dentro i team. Ha detto «sensazione incredibile, sono choccato... e ora la 500 Miglia». Avrebbe potuto dire di più, come alla vigilia del Gp del Canada quando aveva commentato: «Con auto uguale per tutti sarei a podio». Sott'inteso, sempre. Immodestia, consapevolezza, che cosa? Forse, semplicemente Alonso. E non sapeva che da lì a qualche giorno, il suo ex collega Nico Rosberg l'avrebbe colpito al cuore con un tweet tagliente: «Nessuno lo vuole in squadra per via dei suoi giochi politici nei team».

Modo crudo per sintetizzare la carriera di un personaggio che da ieri si è avvicinato al suo nuovo sole. A quasi 37 anni e dopo aver girato nelle ultime stagioni inutilmente intorno alla stella della F1, Fernando ha deciso di cercarne un'altra. L'ha trovata. Ha vinto con la Toyota TS050 Hybrid una gara mitica ma senza storia per manifesto dominio nipponico (2ª un'altra Toyota, il resto del mondo distante 11 giri), alternandosi alla guida con gli ex colleghi di F1 Buemi e Nakajima. Brava gente, non fuoriclasse. Il nuovo sole si chiama triplete dei motori: Alonso vuole eguagliare Graham Hill. Vincere il mondiale di F1, vincere la 24 Ore, vincere Indy. Adesso è più vicino. Eppure sembra più lontano.

È il sapore amaro dei ripieghi.

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