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Ancelotti I, c'è la Lazio. Ma ADL sbaglia romana e gioca contro la Roma

Il patron: "Roma e Liverpool unica proprietà...". Risposta ironica di Pallotta: "Cosa si è fumato?"

Ancelotti I, c'è la Lazio. Ma ADL sbaglia romana e gioca contro la Roma

Napoli - È sull'asse Napoli-Roma che viaggia la prima polemica della stagione. Non sponda Lazio, che in serata sarà l'avversario degli azzurri per il debutto in campionato. Ma fronte giallorosso, che in questo momento con Ancelotti e Hamsik c'entra come il cavolo a merenda. C'è lo zampino di De Laurentiis, che ne ha inventate e dette una al giorno per distogliere i riflettori da una squadra ossessionata dal fatto di non aver vinto niente con i 91 punti della passata stagione e quindi, nell'inconscio collettivo dei suoi fedelissimi, obbligata a vincere perché adesso in panchina è arrivato il mago degli scudetti e delle Coppe.

La strana estate del Napoli fatta di promesse non mantenute, di accuse al sistema politico e al palazzo del calcio, di uccellini maldestri che portano messaggi fasulli al presidente. «Volevo Alisson, ho offerto 60 milioni ma ho capito subito che sarebbe finito al Liverpool perché, con la Roma, forma un'unica proprietà»: testuale don Aurelio. Tra l'ironico e il risentito la replica romanista, piovuta direttamente da Boston, quartier generale di Pallotta: «Ma cosa sta fumando De Laurentiis a Napoli? Si fida degli uccellini sbagliati, magari se ascolta i cinguettii giusti si accorgerà che siamo anche i proprietari di Bayern e Barcellona». All'inizio era stato CR7 a smuovere i pensieri del patron napoletano: «Mi era stato offerto ma non l'ho preso perché sarebbe stato un investimento troppo oneroso, senza ricavi immediati».

La squadra al lavoro sulle Dolomiti in silenzio, alla ricerca di un equilibrio che non ha ancora trovato perché alla fine 9-10 undicesimi sono rimasti gli stessi, e tutti hanno nella testa meccanismi e movimenti provati fino alla noia con lo stesso allenatore. È come se inconsciamente il Napoli si sentisse orfano di Sarri, anzi del suo calcio. Ha provato a gestire la difficile fase di transizione ma il campo (sconfitte contro Liverpool e Wolfsburg) ha detto che manca ancora saggezza tattica, e in tal senso il match dell'Olimpico potrà fornire aggiornamenti utili. Il presidente è stato abile nell'attirarsi le antipatie generali pur di lasciar lavorare sereni Ancelotti e i calciatori: ha litigato con il Comune mandando all'aria la convenzione sulla gestione dello stadio, sfidato gli ultrà delle curve che hanno fortemente contestato il suo operato, annullato la campagna abbonamenti e criticato (tanto per cambiare) la Lega di A per aver stilato male i calendari. Niente top-player come promesso a giugno, in compenso ha portato a casa la proprietà del Bari, strappandola a Lotito che stasera medita vendetta, magari per mano di Milinkovic-Savic che ha trattenuto con tutte le forze dicendo no al Milan fino all'ultimo.

Ancelotti non ha il ritmo per stargli dietro, dice che questo Napoli gli sta bene così: «Avevo chiesto al presidente di non cedere i migliori e sono stato accontentato. Abbiamo molti campioni che possono ripetersi, anzi addirittura migliorare: giocheremo con il 4-3-3 e proveremo a vincere qualcosa per questa piazza passionale, affascinante e che emoziona.

Ci sarà bisogno di tempo per trovare il punto d'incontro tra ciò che era e ciò che sarà»: quel tempo che De Laurentiis gli ha già concesso ma che il popolo azzurro non intende più subire.

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