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Anderson, una favola scritta a suon di "ace": sfida Nadal per il titolo

Mai smettere di crederci. È una regola eterna dello sport e stavolta vale per il gigante sudafricano

Anderson, una favola scritta a suon di "ace": sfida Nadal per il titolo

Mai smettere di crederci. È una regola eterna dello sport e stavolta vale per Kevin Anderson, il gigante sudafricano che oggi a 31 anni giocherà la partita più importante della sua carriera. Dignitosissima, con uno zenit che finora era rappresentato dalla fugace apparizione nella «top ten» datata ottobre 2015, ma che mai aveva sperimentato l'emozione e il prestigio di una finale Slam. E invece, complice una metà del tabellone resa zoppa dal forfait fuori tempo massimo di Murray, stasera alle 22 italiane (e sudafricane) ci sarà lui a giocarsi gli Us Open col numero 1 del mondo Rafa Nadal.

Lo spagnolo ha tremato solo all'inizio contro un Del Potro spremuto dalle maratone con Thiem e Federer: ha perso il primo set 4-6 ma poi è salito in cattedra lasciando all'argentino la miseria di 5 giochi, un parziale di 6-0 6-3 6-2 fin troppo punitivo per il povero Delpo. E adesso, dopo essere tornato in finale a New York a distanza di quattro anni, è strafavorito per portare a casa il suo terzo titolo dopo quelli del 2010 e del 2013.

Però mai smettere di crederci, e se Anderson non l'ha fatto fin qui è da escludere che lo faccia sul più bello. Ha poche armi per stendere Rafa, probabilmente una sola: il micidiale servizio che scaglia dall'altro dei suoi 2,03 metri e che gli ha regalato la bellezza di 5.331 «ace» nonché il 25° posto assoluto nella classifica dei battitori più prolifici di sempre. Il Sudafrica, che non portava un giocatore in finale Slam dal 1985 (quando un altro Kevin, Curren, fu battuto a Wimbledon dal 17enne Becker), si fermerà per guardare il suo ragazzone dalle orecchie a sventola.

E chissà che il suo eventuale quarto titolo in carriera non sia il più bello di tutti.

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