Pyeongchang 2018

Arianna non concede il bis nei 1.500 Wierer delude ancora

La Fontana stanca dopo l'oro nei 500 metri. Dorothea solo 6ª, Vittozzi (4ª) sfiora il podio

Arianna non concede il bis nei 1.500 Wierer delude ancora

Sono un poker di signore olimpiche e, ieri, ci hanno provato e ci hanno illuso almeno un po'. Arianna Fontana e Martina Valcepina nello short track, reduci da un oro e da un buon warm up nei 500 metri sono andate male nei 1500 metri. Nel biathlon Lisa Vittozzi ha centrato un legno e la veterana Dorothea Wierer ha chiuso sesta, in crescendo, rispetto alle precedenti gare (un 18°, 15° e 7° posto), ma ancora sottotono. Nei 1500 metri Valcepina si difende nelle batterie, ma non va oltre la finale B dove viene, per giunta, penalizzata per aver dato una spinta. Fontana accede alla massima finale di slancio. Sono in sette: lei parte da dietro, di rincorsa, come i cavalli del Palio. Da ultima a prima è un attimo, ma sono le ultime cartucce. Cede nel finale e si rialza, abbandonando la mischia da cui esce d'oro l'eroina di casa Choi che Ary aveva battuto al fotofinish nei suoi 500 d'oro. Seguono la cinese Li e la canadese Boutin. «Mi spiace perché, anche se i 1500 non sono la mia distanza, sono andata bene, ma, affaticata dalle batterie, non avevo più gambe», dice Ary, che non smetterà di lottare, martedì nei 3mila metri della staffetta, poi nei 1000 metri di giovedì 22 (dirette Tv sempre dalle 11).

Più complesso sperare in un colpo di coda per il biathlon. Ieri nella Mass start di 12,5 km tutto si è deciso all'ultimo poligono in piedi: Wierer perfetta fino ad allora, sbaglia; Vittozzi sbaglia sia in terra sia in piedi. Entrambe appesantiscono la loro corsa con 150 metri di penalità. Impossibile rimontare la mammina slovacca Anastasia Kuzmina che, pur non perfetta al tiro, si era già involata, a 33 anni, in solitaria, verso l'oro, terzo sigillo olimpico. Seconda la bielorussa Darya Domracheva in Bjoerndalen; terza la Norvegia di Tiril Eckhoff. Vittozzi chiude quarta a 45, Doro è sesta a 47. Per Lisa, 23 anni, rookie dei Giochi, la medaglia di legno è quasi sopportabile: «Non mi rimprovero nulla, il biathlon è una lotteria e io sono giovane». A Wierer, invece, il risultato pesa di più, nonostante le parole, pronunciate come sempre a raffica, in modo però quasi automatico: «Io mi do un bell'8: senza errori al poligono eravamo da podio». In questi giorni Doro continua a patire il fuso e le aspettative sfumate. Era pronta per una medaglia individuale e, invece, si trova in mano l'ultima carta collettiva: difendere il bronzo di Sochi nella staffetta mista e attaccare nella femminile, in agenda martedì 21 e giovedì 22 (dirette Tv 12.

15).

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