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Armani, basta sprechi Stasera a Tel Aviv di rigore l'abito buono

Armani, basta sprechi Stasera a Tel Aviv di rigore l'abito buono

Correre fino a Giaffa, togliendosi la sabbia rimasta nelle scarpette rosse dopo gara tre. L'Emporio Armani oggi a Tel Aviv non può sbagliare partita, ha già regalato troppo al Maccabi, prima a Milano in quel supplementare che potrebbe diventare incubo, poi nel lunedì dove gli unici angeli sembravano quelli del pitt bull David Blatt che ha cercato e trovato i punti deboli del suo avversario Luca Banchi fino al verdetto finale un 75-63 che ci lascia increduli perché convinti che Milano sia più forte dell'avversaria anche nell'atmosfera calda e bellissima dello Yad Eliyhau, quel mare giallo di undicimila spettatori che non ti lascia nuotare.
Debolezze che questa sera, ore 19.45, diretta TV su Fox Sport due, dovranno essere curate con la pazienza difensiva, sperando che le mani degli attaccanti producano qualcosa di meglio del 16% nel tiro da 3, qualcosa di più del 16 su 35 nei tiri ravvicinati e persino nei liberi che pure sono stati una marea (19 su 28 contro il 9 su 13 degli avversari).
Serve faccia tosta, aggressività in ogni parte del campo per asfissiare una squadra che ha gli uomini contati, che ha superiorità soltanto dentro l'area, quando Shortsanitis muove i suoi 136 chili, un libellulone cha ci ha fatto vedere anche un paio di tuffi ignoti ai suoi avversari Samuels e Lawal, quando Tyus domina le fasi aeree del gioco.
Il Maccabi ha in mano il servizio per chiudere una serie che, in caso di successo dell'Emporio, porterebbe la sfida alla quinta partita di venerdì sera al Forum di Milano dove il mare tornerà rosso.
Non stiamo discutendo sulla sconfitta di lunedì, si è visto bene che in trasferta paghi ogni tipo di dazio, anche arbitrale, come sanno le favoritissime per il titolo Real Madrid e CSKA Mosca che ad Atene, in una notte magica per la capitale ellenica, oltre 24mila spettatori divisi nei palazzi della capitale greca dove il basket non sembra conoscere crisi, hanno perso le loro certezze, cosa che non è capitata al Barcellona, la prima qualificata per le finali di maggio al Forum, dopo la vittoria sul Galatasaray ad Istanbul.
Per non fare torti a nessuno quelli di Tel Aviv si sono gemellati, molto tempo fa, sia con Milano, l'avversaria di stasera, e con Mosca, il CSKA che costa 48 milioni di euro diretto da Messina che sarà l'avversario più probabile della vincente nella serie italo-israeliana perché facciamo fatica a credere che il Panathinaikos possa battere altre due volte l'Armata, così come l'Olympiakos contro il Real che sogna una semifinale milanese da grande classico proprio contro il Barcellona.
Per la verità, direte voi, facevamo fatica anche a credere che il Maccabi avrebbe tormentato così tanto l'Emporio Armani. Succede quando hai una natura da scorpione come la squadra di Banchi, quando le certezze e la coperta del campo amico fanno sembrare tutti molto più forti di quello che sono. Ora la vaccinazione dovrebbe essere stata fatta.

Questa sera serve una Milano coraggiosa, senza dubbi in testa, perché fare il compitino passandosi la palla anche più del lecito, non funziona se hai davanti sentieri facili da percorrere, una strada per la gloria dove sarebbe stata utilissima la sfrontatezza di Alessandro Gentile, un percorso che dovrebbe esaltare l'ex Maccabi Keith Langford, l'unico che conosceva la vera atmosfera di quell'arena.

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