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Aru, altro capolavoro Ma il Giro è di Contador

Fabio attacca e lascia lo spagnolo a 2'25'' però non gli bastano per andare in rosa «Sono felicissimo, ho finito l'apprendistato»

SestriereVincono e perdono tutti e due, solo che Alberto Contador vince di più. Nel giorno della sua crisi più evidente, a vincere è il nostro Fabio Aru, che alla fine però deve inchinarsi allo spagnolo di Pinto che si porta a casa il suo secondo Giro d'Italia, anche se per lui sono tre. Li aggiunge ai due Tour e alle tre Vuelta vinti in carriera e si gode un sesto posto sul traguardo del Sestrere transitando ad oltre due minuti dal nostro campioncino sardo con la consapevolezza di chi sa di essere forte e soprattutto sapeva di avere messo legna in cascina.

In un Giro bello e spettacolare, gran parte del merito va proprio a questo spagnolo che ha corso da autentico campione. Mai con il braccino, sempre pronto alla sfida, e con un'intelligenza tattica fuori dal comune.

Ieri, lungo lo sterrato del Colle delle Finestre, forse uno dei momenti tattici più alti nel punto più alto di questo Giro (cima Coppi a 2.178 metri), Contador va in affanno, non è brillante, va alle corde, ma non sulle ginocchia. Aru se ne accorge. In verità in quel momento anche il sardo dell'Astana non ha una bella cera. Scatta Landa, il basco compagno di squadra di Aru e Contador accusa. Aru se ne avvede e tira fuori risorse insospettabili. Contador resta solo. Basta un niente per precipitare, per scivolare all'indietro, ma lo spagnolo non è un pollo. Non è soprattutto uno sprovveduto. Lascia fare e si alimenta con calma, cercando di raccogliere in un momento delicato della corsa, le poche energie che gli sono rimaste. Va su con il suo passo. In classifica generale ha oltre 4 minuti e mezzo su Aru e più di 5 su Landa: amministra il vantaggio, con lucidità e sapienza. Non vince la tappa lo spagnolo, ma quello che fa vedere è da manuale del buon ciclista da mandare nelle scuole giovanili.

Vince Fabio Aru, che questo Giro lo perde, ma oggi sul podio di Milano gli applausi scroscianti saranno anche per lui. Vince le due tappe valdostano-piemontesi: primo a Cervinia, primo al Sestriere. A lui va un ipotetico premio "bagna càuda". «Sono felicissimo per questa vittoria. Neanche io pensavo di poter ripetermi dopo la vittoria di Cervinia, ma oggi sono stato supportato da una squadra incredibile. Se ho parlato con Landa? Certo, avevamo una strategia comune. Provare a mettere in crisi Alberto (Contador, ndr), cercando di vincere la tappa. Siamo stati bravi, ma lo è stato ancora di più Alberto, che ha gestito da campione una situazione difficile», dirà nel dopocorsa.

Siamo ai titoli di coda di un Giro bello e appassionante. Da Sanremo al Sestriere mai una giornata banale. Sempre battaglia: dall'inizio alla fine. Gran parte del merito, se non tutto, va ad Alberto Contador, che ha corso da campione accettando la sfida tutti i santi giorni a viso aperto e agli Astana, che hanno fatto davvero di tutto per cercare di mettere in crisi il re. Il loro Giro termina con un secondo e un terzo posto, più cinque vittorie di tappa e la maglia bianca di Aru di miglior giovane.

«Sapevamo perfettamente che non sarebbe stato facile battere Contador - spiega il corridore sardo -. Ha classe e un'esperienza incredibile, ma io alla fine sono felice di quello che ho ottenuto, soprattutto per come l'ho ottenuto. Lottando tutti i giorni anche in condizioni fisiche non ottimali. Una cosa è certa, questo mi servirà d'esperienza. Con questo Giro ho finito il mio apprendistato».

Gli riferiscono che il suo team manager Vinokourov ha detto che lo porterà al Tour per aiutare Nibali. Lui frena: «Dobbiamo ancora parlarne, fatemi prima chiudere questo Giro che è stato duro come pochi, ma penso anche molto bello».

Per quanto ci riguarda, bellissimo.

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