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Aspettando Juventus-Barça. E che non vinca il migliore

Meno 5 alla finale Champions di Berlino. Pirlo: "Non sempre trionfa la squadra più forte". E Allegri fa l'allegro: "Non mi sono mai divertito così tanto nel preparare una partita"

Aspettando Juventus-Barça. E che non vinca il migliore

Torino - Meno cinque. Alla finale di Champions League. Juventus contro Barcellona, non ci sarebbe nemmeno il bisogno di ricordarlo. Signora sfavorita e non è un'onta: «Non sempre vince la più forte», ha buttato lì Pirlo ieri in occasione del Media Day organizzato in uno Stadium stracolmo di inviati. «Giochiamocela in modo da non avere rimpianti - ha aggiunto Buffon -. Se contro il Real avevamo il 35% di possibilità di passare, adesso siamo al di sotto di quella percentuale ed è giusto così. Io vorrei sempre giocare con la squadra favorita, ma anche noi abbiamo qualche arma per rendere loro la gara più difficile. Comunque vada sarà un successo? Se non sarà un successo, sarà una delusione». Eccolo qui l'orgoglio dei vecchi campioni. Quasi giunti al passo d'addio, ma desiderosi di piazzare la zampata vincente. «Sappiamo di avere fatto qualcosa di inaspettato ma di meritato - il parere del portiere -. La Champions è l'unica grande vittoria che mi manca? Sono contento di non averla ancora vinta, perché ho ancora il pungolo di poter giocare per qualcosa di prestigioso».

Appunto. Avanti a testa alta. Massimo rispetto per i blaugrana, ma zero paura. Con Marchisio che anzi rilancia, ottimista fino al considerarsi percentualmente alla pari («50 e 50») con la squadra neo campione di Spagna. «Non faremo le vittime sacrificali», è convinto Allegri. Tranquillo, sereno. Di ottimo umore: «Mi sto divertendo un mondo a preparare questa partita. Dovremo avere tanta adrenalina in corpo e pochi pensieri. Il Barcellona si può battere facendo due o tre cose giuste. Loro hanno grandi qualità, ma noi ne abbiamo altrettante. Lavoriamo tanto e pensiamo poco, sapendo che gli episodi saranno decisivi. Il gol di Messi all'Athletic Bilbao? L'ho visto, ma ne ha segnati anche di più belli. Marcarlo a uomo è praticamente impossibile e comunque hanno anche Neymar, Suarez e soprattutto Iniesta». Dietro l'angolo, la consapevolezza di essere giunti al termine di «una stagione quasi irripetibile. Vediamo di essere bravi e fortunati a concluderla nel modo migliore». Aggettivi normali per una serata straordinaria: «Una partita così la si prepara come tutte le altre, conoscendo le caratteristiche altrui. Servono tanta semplicità e tranquillità: non faremo due allenamenti al giorno e nemmeno due o tre ore di analisi dei video».

Svuotare la testa, evitare tensioni inutili e/o eccessive: ecco l'obiettivo. Poi, una volta in campo, passerà comunque tutto: «Incontrerò di nuovo Suarez, ma l'episodio del morso ai Mondiali è archiviato - ha detto Chiellini -. Io non ci penso da un pezzo e immagino nemmeno lui. È bello parlare solo di calcio e delle qualità di entrambe le squadre. Juve sottovalutata? Non credo, ma è giusto che il Barcellona abbia i favori del pronostico. Il calcio però è strano: contro il Real abbiamo strameritato il passaggio del turno ma, se James avesse segnato invece di centrare la traversa, magari adesso parleremmo di altro». Nulla è scontato, tutto può accadere. Anche che un ragazzo di appena 22 anni vinca la seconda Champions di fila: «Quando sarò più vecchio, ricorderò quanto ottenuto in carriera - spiega Morata -. Adesso devo solo pensare a vincere il più possibile. Se siamo in finale, vuol dire che possiamo alzare la coppa: il Barca è una delle primissime squadre al mondo ma, se la batteremo, potremo dire di esserlo anche noi».

Un po' di sfrontatezza non guasta, ecco. La stessa che in certe giocate mette anche Pogba, bacchettato da Allegri nel post Verona e invitato a «gigioneggiare di meno»: «Non lo faccio apposta, è il mio modo di stare in campo - ha confermato lui -. È una cosa che mi hanno detto tanti allenatori e io la accetto». Fermo restando che, al top della condizione, alcune di quelle giocate sono poi quelle che magari spaccano la partita: «La mia ultima partita con la Juve? Se qualcuno lo ha detto, non so perché lo ha fatto. Io penso alla partita, potrebbe anche essere la mia ultima finale di Champions e devo quindi pensare soltanto a dare e a ottenere il massimo. Esserci è un sogno».

Vincere, ancora di più.

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