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Astori, nuovo indagato nell'inchiesta bis sul falso certificato medico

Nuovo indagato, nel filone dell'indagine che si concentra su un presunto falso certificato medico di idoneità

Astori, nuovo indagato nell'inchiesta bis sul falso certificato medico

C'è un nuovo indagato nell'inchiesta bis sulla morte di Davide Astori, il capitano della Fiorentina morto improvvisamente la notte del 4 marzo 2018, nella camera dell'hotel dove era in ritiro con la squadra.

L'indagato è stato inserito nel fascicolo bis, parallelo a quello per omicidio colposo, a carico dei due medici che hanno valutato idoneo allo sport agonistico il calciatore. L'inchiesta bis si concentra su un presunto falso certificato medico, che attesterebbe la realizzazione di un esame specifico per il cuore, lo "strain", che approfondisce alcuni comportamenti del cuore. In particolare, l'esame controlla la capacità del cuore a contrarsi e a distendersi. A detta della procura di Firenze, però, Astori non era stato sottoposto a quell'accertamento durante la sua ultima visita e quel certificato sarebbe falso. Per questo, Giorgio Galanti e Francesco Stagno sono stati iscritti nel registro degli indagati, essendo i medici che avrebbero rilasciato il presunto falso certificato.

Ora, nell'ambito di questa inchiesta, c'è un terzo indagato: si tratta del direttore della medicina sportiva dell'ospedale fiorentino di Careggi, Pietro Amedeo Modesti, secondo quanto riporta La Nazione. L'ipotesi di reato per Modesti è di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. Secondo la procura, il certificato datato 10 luglio 2017, dove si attesta di aver sottoposto Davide Astori allo "strain", è stato in realtà prodotto successivamente, "in una data anteriore o prossima al 10 aprile 2019", dopo la morte del calciatore. Modesti, accortosi di quel certificato, avrebbe cercato di distruggerlo, ma qualcuno che era presente in ospedale in quel momento avrebbe recuperato il certificato e l'avrebbe portato in procura.

I tre indagati sono stati convocati in procura per lunedì, per essere sottoposti a un interrogatorio.

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